domenica 15 gennaio 2012

Ritorno da Narnia (anteprima)

"Scriverai le cronache di Narnia!"

Sorrido tra me e me: alla resa dei conti, la sua battuta ci sta a perfezione. Seduta al bordo della fila vuota di un volo ryan air, un tappeto di nubi a sinistra, sembra proprio di tornare da altre dimensioni. D'altronde, non sono ancora scoccate le dieci. Dopo tre giorni di sonno stentato, rifiutato o brutalmente interrotto, soppiantare l'abbiocco con la schermata di word è chiaro sintomo di un'urgenza evidente. Io devo - assolutamente devo - riordinare le idee.



E' che, dentro alla mia testa, le immagini del viaggio si rincorrono confuse. Irreali e spezzettate come quelle di un sogno. Che poi, in effetti, gli ingredienti del sogno ci son tutti di nuovo. Però ho le foto, di nuovo. Dio, siano benedette! Chè io lo so che mi ripeto, ma il  bi-bip di accensione è porta alla conferma. Il metodo più veloce per essere certa che sia accaduto davvero. Cerco di ripensarci , adesso. Di tirare le fila in nessi logico- consecuenziali, mentre non sono del tutto certa di dominare ancora l'italiano. L'hostess, nel frattempo, continua a spacciare gratta e vinci e sigarette senza fumo, come se avesse il diritto di distrarmi da quest'arduo - ma dolcissimo- lavoro. Se non ci fosse lei, credo che scrivere in aereo mi piacerebbe pure.

Però, le immagini, dicevo... lì c'è tutto, a ben vedere. Le tapas de El Viejo Pop, i vicini che russano nella stanza accanto, la (neanche tanto) lieve strizza che mi da un parc guell inspiegabilmente troppo buio by night. E, ancora, i gomiti appoggiati al palco. Le note di Cruce de Caminos. Il mondo che mi chiama in cacofonia mentre i megafoni annunciano di andarsi a sedere. I reincontri inaspettati, le conoscenze attese. La casa di Montse come un parco giochi di ninnoli, e il suo pappagallo che mi saluta felice. "Hola! Hola!". Rivedo, adesso, l'eleganza sovraffollata del Palau. La faccia dispiaciuta di Ivan nel dirmi che i bracciali sono finiti. La torre di cristallo di un hotel a cinque stelle. Il saluto raggiante di Carlos e María.  Iñaki che ci chiede se i biglietti erano cari.



 Ma, soprattutto, ripenso ad ognuno degli incontri che,in questi giorni, ho avuto con lui. Ai suoi abbracci, alle sue carezze. Al modo in cui stringendomi piú a lungo, un po' piú forte, oppure in modo inaspettato, riesce sempre a dirmi di piú di quanto le parole potrebbero mai fare.  A come, con uno di quei - tanti, wow! - abbracci ha messo a tacere anche le mie paranoie, catapultandomi al centro di un finale da film. "Buen viaje", allora. Che, per una volta, la tranquillitá é stata parola d'ordine. Ha vinto la sfida di sostenere sguardi troppo azzurri, di riempire silenzi, di essere me. Ed é per questo, a conti fatti,  che i ricordi mi sembrano irreali: perché tutto mi é parso normale. Stare lí, chiacchierare con lui senza imbarazzi, sí, lo giuro, mi é sembrato normale. Almeno finché poi torno da Narnia, mi guardo dall'esterno, e me ne accorgo. Mi rendo conto, come se prima non l'avessi capito, che la persona che mi coccola, quella che mi trasmette tutto questo calore, affetto, e gratitudine, é la stessa da cui a volte anelo una risposta su twitter. La stessa che illumina le mie giornate con i dischi che ho stipato sulla scrivania. Note e melodie che, rispecchiando la mia vita, sono riuscite in qualche modo a diventare mie.  Chi mi abbraccia é Dani Martín. Proprio lui: il cantante per cui faccio tutto questo, la ragione stessa del mio avido viaggiare. Testo e musica hanno colpa, adesso, della mia leggera depressione da rientro. Tutto loro é il merito della mia incontenibile euforia.



Intanto, qui a sinistra m'é apparsa la costa della Francia. L'opportunismo del marketing di Ryan Air ha spinto la hostess (che, davvero, non sta zitta un minuto!) a vendere cuffie "a chi é stufo di ascoltarmi". Ed io lo so che volete i dettagli. Ve li devo. Solo che queste cronache, francamente, non ho ancora capito da dove accidenti le dovrei cominciare. Vi chiedo solo qualche giorno per tirare il fiato.

Ma se Barcellona doveva farsi perdonare, sappiate intanto che ci é riuscita alla grande. Se come fan pensavo che niente avrebbe mai superato il doblete Valencia-Palma, beh...questo giá lo dico: mi sbagliavo.

2 commenti:

  1. visto?donna di poca fede!:-)))che ti dicevo io?
    bueno...attendo,attendiamo che le idee si allinino...e leggeremo avidi,queste incredibili giornate!
    taluegokit

    RispondiElimina
  2. Sí, sí, avevi proprio ragione! ;) Domani spero di riuscire a procedere con i resoconti!

    RispondiElimina