sabato 30 giugno 2012

Ed é Italia-Spagna. Di nuovo.


Finisce tutto com'era iniziato. Italia- Spagna, il mio cuore spezzato; e la certezza che, comunque vada, un po' sarò felice in ogni caso. L' home page di facebook, oggi, è ancora piena dei miei due colori accostati. Una rivalità fraterna che sa più che altro d'armonia. Perchè saranno gli ormoni, che ne so. L'entusiasmo, magari. Ma è da Giovedì sera che tutto mi sembra commuovente da morire. Sì, insomma, da quando ho visto la Spagna bardarsi di tricolore per unirsi al nostro tifo. E poi complimentarsi. E poi temere, perchè a quanto pare ci temono un sacco. Temere, sì, una finale al sicuro cardiopalma a cui non sono così certi di vincere davvero. Non più.



Io agli iberici l'ho ricordato, che gli vorrò bene in ogni caso. Per il resto, rispolvero il mio bunker. Ma, questa volta, lo lascio mezzo aperto a chi volesse entrare. Sì, insomma, alla fine ho deciso che il confronto mi piace. Che, se non si cade negli insulti, è bello essere affiancati anche in destini sereni. E non è solo perchè mi aumentano le visite sul blog.


Il fatto è che è commuovente – ok, forse un po' amaro, ma comunque commuovente – che le due Nazioni più in crisi d'Europa siano le più forti a livello calcistico. Ti fa pensare che abbiamo entrambe bisogno di uno svago. Di un qualcosa che ci induca, almeno vagamente, al patriottismo. Di un evento, uno sport, in cui impegnarci e per cui esultare. Poi probabilmente è una gioia effimera. Ché lo sappiamo tutti, che le cose importanti sono altre. Però, al Diavolo... può davvero essere così sbagliato, gioire per qualcosa?

Per cui eccomi qui. Pronta a tifare per il Paese in cui sono nata, con un sorriso bonario a quello che ho nel cuore. Eccomi qui, convinta – e mi si perdoni l'arroganza – che se l'Italia è passata in finale è stato anche un po' per merito della mia bandiera. Quella che mi ha seguita in giro per la Penisola Iberica, sepolta sul fondo della mia valigia o appoggiata alla transenna della prima fila. E' così sporca che il bianco è quasi diventato grigio. Ma ogni segno di pennarello sul suo tessuto mi ricorda una dedica, o un bacio lanciato. Ogni macchia provocata da una bibita è una strizzata d'occhio, o un suo sorriso. Le emozioni non possono dipendere da qualche metro di stoffa, lo so bene, ma è da un concerto a Roses nel 2009 che credo che quella bandiera mi porti fortuna.

Vinca il migliore, allora. Nel frattempo, mentre ognuno si prepara come meglio può, che ne dite di condividere con me i migliori scatti italo-spagnoli che trovate in rete o – meglio ancora – realizzate voi? Potete pubblicarli nel commenti o sulla pagina facebook del blog. Così, tanto per entrare in atmosfera.


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