martedì 5 giugno 2012

Il dilemma del formaggio ed altre vicende curiose (Madrid, Parte II)


(continua da qui)

Siamo ben assortiti, noi dodici vincitori. Per luogo di provenienza e – soprattutto – per etá. Ci sono due ragazze non ancora diciottenni. Una madre con la sua figlioletta, una bimba ancora piccola e molto timida. C'é una coppia sposata sui quarant'anni che non é mai andata ad un concerto del tour, e due ragazze sui 35 che hanno lasciato a casa le famiglie per passare una giornata in piú con la persona per cui attraversano la Spagna. C'é Celine, che mi accompagna coi suoi dieci anni piú di me che, nell'aspetto, non le attribuirebbe nessuno. E poi ci siamo Cristina ed io, che completiamo il quadro con il nostro equatore d'etá targato anni ottanta.

Ci siamo trovati, quasi tutti, nel luogo di Madrid in cui Carlos ci aspetta con due furgoncini neri . Ci sono vetri oscurati, aria condizionata, e silenzi difficili da rompere piú per l'emozione che per il disagio. E nel tragitto, intanto, lui giá twitta che ci troveremo tra un po'. Sí, insomma, tempo di iniziare a nutrirci al buffet allestito per l'occasione. Ché c'é una cassa riconvertita in tavolo, davanti a quella parete color salmone. Sopra, e a nostro beneficio, ogni genere di ben di Dio. Tortilla de patatas tagliata a quadratini, jamón iberico, empanadas, sandwich in farciture variate. Ed é proprio quando inizio ad addentare qualcosa che un saluto venuto dal nulla mi sorprende alle spalle, scarsi metri piú in lá.



Merda. Cosa accidenti fare con una fetta di formaggio giá addentata é un dilemma che proprio non avevo calcolato di dovermi porre. Dani ha iniziato ad abbracciare gli invitati e, visto che siamo pochi, stimo di avere all'incirca dieci secondi per prendere una decisione. Sí, cioé, non posso mica abbracciarlo con una fetta di formaggio in mano, no? Sarebbe poco carino. “Tú también has ganado?” , gli sento dire a Mari Mar, “No, voy de acompañante” . E manca solo una persona. Aiutomamma. Pensa, Ilaria, pensa. La getto con nonchalanche in un'aiuola? La infilo in tasca? La nascondo sotto la tovaglia? L'immagine mentale dell'espressione di María mentre la ritrova basta a farmi desistere, e proprio mentre lui si avvicina a me decido d'ingoiare il boccone. La scena che segue prevede Dani Martín che mi abbraccia forte, e uno scambio di convenevoli riassumibile in:

Holaaa!”
Mhmh- hmhmh!”.

Della serie: evviva le mie belle figure. Ché tra l'altro lui si mette a ridere e , guardandomi dritta negli occhi con aria divertita, se ne esce con un: “Cioé, non abbiamo ancora iniziato a far niente e state giá mangiando?!” (segue ulteriore “mhmmm- mhhh”, con mano davanti alla bocca e dito dell'altra mano puntato verso il rinfresco). Bene. Guardando il lato positivo, se non altro non mi sono strozzata.

E in fondo, dai! Io sono io. Mica posso smentirmi, no? Io sono quella che, durante la pausa per andare in bagno, finisce col cedere il posto a tutti. Certo, la mia vescica sta per esplodere, ma il saltellio degli altri mi sembra comunque sempre indice di urgenza maggiore. Cosí, mi ritrovo ad essere l'ultima della fila. Ma ogni volta che qualcuna esce dicendo “guardate che c'é un problema con lo sciacquone” mi sembra sempre piú una pessima idea. Tra l'altro, ho un flash mentale del famoso incontro con Cremonini a Cesena nel 2002, con qualcuno che avvertiva: “se dovete usare il bagno, attenti, perché l'acqua non va giú bene”. Che a un certo punto mi vien anche da chiedermi se i wc degli studi di registrazione debbano essere sempre intasati per contratto. Comunque.

Il punto é che, quando arriva il mio turno, c'é un agglomerato impossibile di carta igenica sul fondo. Cosa che mi provoca un sincero e assoluto terrore. Voglio dire, sono l'ultima! Se per puro caso l'acqua dovesse fuoriuscire, indovinate a chi daranno la colpa? Sono momenti difficili. E come sempre, nei momenti difficili, la mia mente inizia a fare viaggi tutti suoi. Del tipo che fisso il vecchio e consunto sacchetto del MediaMarkt appeso vicino al lavandino, con la sua bella scritta “Yo no soy tonto” in evidenza, e inizio a pensare che magari potrebbe essere stata la vera ispirazione del testo della canzone de El canto. Sí , insomma, a me le idee migliori vengono sempre in bagno, e sempre a partire da colossali stronzate. Perché mai per il resto del mondo dovrebbe essere diverso? Se non sembrasse la domanda di una malata di mente ( e se non fossi preoccupata per lo sciacquone) magari dopo potrei anche chiederglielo, a Dani. Nel frattempo, peró, mi viene anche in mente come reagirebbe una ragazzina isterica stile fan del nanetto con la frangia (al solito, non lo nomino affinché non capiti gente strana, per sbaglio, sul blog) in questa situazione. La immagino, tutta emozionata, raccontare agli amici “ho usato lo stesso bagno di Dani Martíííííín!”, magari saltellando su due piedi a mani congiunte, e mi viene la ridarella. Lo giuro, non riesco a trattenermi dal ridere. Spero solo che non ci sia nessuno dietro la porta.



La voce di Dani “Bueno, empezamos?!”, in lontananza, mi riporta di botto alla realtá. Improvviso un'ave maría veloce prima di tirare l'acqua, e grazie al cielo non succede niente. Cioé, l'agglomerato di carta igenica sul fondo s'infittisce, ma se non altro non ho allagato lo studio, né creato cortocircuiti irrimediabili. Sospirone di sollievo, e via, di nuovo, verso la mia poltroncina. Giusto in tempo per sentire Dani che, indicandomi, dice a qualcuno “ella”. E guardarlo con aria interrogativa.

Scopriró piú avanti che, mentre facevo la fila al bagno, lui stava spiegando a tutti i presenti, nel caso non lo sapessero, che Celine viene direttamente dalla Francia e “l'altra ragazza, che adesso non c'é, dall'Italia”. Sono seguite domande in merito alla zona d'Italia in cui io vivessi, cui la mia amica parigina ha cercato di rispondere con la miglior esattezza possibile, fissata in un punto intermedio tra Venezia e Trieste. Tzé, mi perdo sempre le conversazioni migliori. Vescica maledetta.

Comunque, un'altra cosa che vi posso raccontare – facendo una lieve eccezione alla censura sul repertorio - é il momento che piú di tutti gli altri m'ha dato la pelle d'oca. Ovvero quando é arrivato il mio turno di richiedere la MIA canzone.

Ilaria, te toca!”, diceva lui guardandomi.
A me, se fosse possibile, piacerebbe ascoltare Ekix ma...”
Uff, quanto tempo che non suoniamo quella canzone! La sapete?!” ,si rivolge agli altri della band. E proprio mentre troppe teste scosse stanno per farmi desistere , Iñaki si emoziona piú di me. Visto l'entusiasmo con cui racconterá l'accaduto su twitter, pare che quel brano gli piaccia da morire.

Io la so!”
Come puoi ricordartela?!”

La fanno piano e voce. Il tutto dopo che Dani si fa portare il portatile con il testo, che non ricorda bene. Dopo che si sbagliano e gli sottopongono quello di María la Portuguesa. Dopo che io, visti gli sforzi a cui li sto costringendo, intervengo a dire che “Dani, se é troppo un casino non importa, va bene qualunque altra, eh?”

No, no! Ekix va bene”. E poi fa abbassare le luci, a creare atmosfera. E in quella penombra, su quelle note, io vorrei che il tempo si congeli.

(To be continued) 

2 commenti:

  1. :-)))) formaggio e cartaigienica...mi hai fatto morir dal ridere!
    besos
    kit

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  2. Era quella l'intenzione! :D Grazie Kit!!

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