mercoledì 28 novembre 2012

Come una gita delle superiori.


Una gita delle superiori. Meglio: un viaggio con le amiche dopo la maturità.
Non tocco suolo spagnolo da circa sei mesi, e oggi mi sento proprio così. Come alla vigilia di un evento epocale.

Sarà che poi, alla fin fine, lo è. Chè quando torno sarà tutto diverso. Sì, insomma: libro – me l'hanno confermato proprio l'altro ieri – sarà fisicamente disponibile tra Lunedì e Martedì. Lo porteranno anche alla Fiera di Roma nei giorni attorno all'Immacolata. O così pare. E allora potrò finalmente svelarvi tutte le ragioni del suo retrogusto folle. Innovativo, forse. Sarcastico. Dissacrante. Qualcuno ha anche avuto il coraggio di usare la parola “geniale”. Ma per me resta indubbio di essere del tutto schizzata. La verità è questa. Ne vado pure fiera, by the way.

O forse sarà che mi sento leggera. Due concerti, nessun minuto libero da incontri, impegni o abbracci. Un diluvio di “e se...” nella testa, ma ancora zero ansie disperate se quello in cui poi spero non si realizzerà. Non mi importa nemmeno, a conti fatti, di accaparrarmi la prima fila. Sarà che non è Dani. Dai, è sempre stato ovvio che io sono più “da Dani”. Comunque, voglio solo divertirmi. Divertirmi come se, alla storia dei Maya, ci credessi davvero.

E allora va così. La valigia si chiude, piena di regali, pesci di cartone e dischi da firmare. Piena di nove chili di illusione e d'impazienza. Orgogliosa dei due che ho appena scoperto di aver perso io.



Perciò non importa se non ho la borsa adatta. Se farà molto freddo. Se quasi sicuramente non dormirò. Non importa neppure se i miei virus intestinali sono sempre così inopportuni da rallentarmi i preparativi. Non importa niente, in realtà. Ho le dita sporche di gessetti e un corriere Ups con due cd nuovi di zecca ha appena suonato alla mia porta.

Importa solo che domani, a quest'ora, sarò a Madrid. Ed è più un ritorno a casa che un continuo preoccuparsi di cartine.

lunedì 26 novembre 2012

Tra astucci di pelle e tori nel sonno: altre (ri)scoperte musicali italospagnole


Non è una novità: questo blog è in gran parte musicale. Anzi, lo è proprio nella sua interezza. Chè voi magari non ve ne accorgete, ma le note stanno lì: nascoste in ogni singola parola, pronte a far suonare melodie dietro ai concetti. Esistono, subdole e nascoste tra le pieghe dell'inchiostro, proprio come si aggrappano ad ogni fibra di me. Non è una novità, dovrebbe stupirvi: questo blog, a conti fatti, è il mio. Per questo, e al diavolo la monotonia! , di tanto in tanto ancora mi piace consigliarvi qualcosa da ascoltare. Canzoni filo-ispaniche, si intende. Con quella giusta dose di italospagnolismo che, se vi identificate in ciò che scrivo, sono certa vi saprà conquistare. O sorridere, almeno. Insomma, in nessun caso una reazione di cui potersi pentire.

Per esempio, non so se conosciate i VadoInMessico. Si scrive così, tutto attaccato. Trattasi di band italianissima, ascrivibile a un circuito che – se non odiassi tanto le catalogazioniandrebbe definito indie. Cantano in inglese, e proprio in quel di Londra hanno un successo da non sottovalutare. Io li ho scoperti qualche mese fa, complice quel “twitsandshout” che tra i primi portava twitter nelle radio nostrane. Mi sono piaciuti. Li ho seguiti. Ma quello che fino all'altro giorno ignoravo è che avessero scritto pure un brano sulla Spagna. Beh, su di una specie di storia d'amore che ha come contorno la Spagna, in realtà. Comunque: si chiama In Spain. E, tra suggestioni folkloriche e dubbi esistenziali, vi saprá affascinare. Quindi..mostrami, cara,dove tieni la tua colpa: in un astuccio di pelle, nei tuoi ricordi o in Spagna. 





Personalmente l'ho inserita nella lista di scoperte o ri-scoperte musicali che in gran parte devo a una recente intervista alle fondatrici di Itañolandia. Un'altra, sí. Questa volta in italiano, e questa volta su Radio Círculo. Ma pur sempre interessante un bel po'. A intervallare le chiacchiere, i dj avevano per l'occasione scelto brani a tema di cui avevo dimenticato l'esistenza. Tipo Torero, di Renato Carosone. Con la sua “dice che si' spagnuolo e nun è o' vero, che nacchere 'int' 'a sacca vai a ballà che, per essere autoironici, potrebbe facilmente prestarsi un po' a mio inno personale.


O Ragazzo dell'Europa, di Gianna Nannini, ai cui versi iniziali non avevo mai prestato troppa attenzione. In effetti, i tori nel sonno li ho visti pur'io. 



Soprattutto, peró, quella trasmissione mi ha messa di fronte a Mediterraneo di Gino Paoli. E finalmente, alla veneranda etá di (quasi) 28 anni mi sono resa conto che altro non é se non la cover italiana di Mediterraneo di Serrat. Ora: visto e considerato che Gino Paoli é – come me- nato a Monfalcone e che Mediterraneo di Serrat é una delle canzoni preferite di Dani Martín...beh, capirete anche voi che c'é un nonsoché di inquietante nei giri che fa il Destino. Anche questo, del resto, non che sia una novitá. 









giovedì 22 novembre 2012

Ud Obaggio adda Busica (perché ho il raffreddore).


Non so se lo sappiate, ma oggi è Santa Cecilia: patrona della musica e dei musicisti. Nonché, per estensione, santa protettrice delle Groupie. Ok, questo me lo sono appena inventato. Ma il punto è che mi sentivo quasi in obbligo di scriverci su un post.

Il problema è che ho il raffreddore. Ma uno di quelli brutti, che ti sconvolgono di lacrime agli occhi e riempiono il cestino di fazzoletti umidi. Scusate, spero non mi stiate leggendo prima di cena. Insomma, la colonna sonora del mio pomeriggio è stata un fastidioso fischio stridulo proveniente dall'interno delle orecchie. Tutte e due. Capirete che non potevo essere abbastanza lucida da produrre qualcosa di grammaticalmente sensato.

Così, il mio omaggio alla musica ho pensato di farlo sotto forma di video. Assemblando foto, vignette, citazioni famose e tweet sparsi per la rete. Con il risultato che per farlo ci ho messo circa il quintuplo del tempo che avrei impiegato a buttar giù due righe. D'altronde, quando mai sono stata normale?

Godetevelo. E, qualunque tipo di musica amiate ascoltare, spero che non smettiate di farlo mai.


domenica 18 novembre 2012

101 paranoie, molti piú fogli, e altrettante cose da fare a Madrid.



Fondamentalmente, la notizia sarebbe che l'ho comprato. Parlo del vestito. Quello d'un adorabile color verde petrolio che indosserò alla prima presentazione del libro. Doppia gioia, peraltro, visto che la quarantadue mi andava larga. E dire che credevo di essere ingrassata...!

In realtà, però, vi parlerò di tutt'altro. Un po' è perchè così vi disoriento. Il che, giá di per sé, vi avvicina alla mia condizione attuale. Ma, soprattutto, è perchè se non parlo d'altro rischio di impazzire. Sul serio. Insomma: ho visto la copertina. Ho letto la frase che sarà stampata sul retro. Ho corretto tutte le bozze, firmato la bellezza di centosessanta fogli e poi spedito il “visto si stampi”. Dai: per farla breve, manca poco. E ora che tutto si fa giorno dopo giorno più concreto, il mio livello di paranoie raggiunge picchi da non sottovalutare. Soprattutto di notte. Come sempre, prima di dormire.

Ecco perchè è meglio che non vi tedi. Ecco perchè è meglio se vi parlo di Madrid. Sì, perchè esiste una lista: le 101 cose da fare nella capitale spagnola prima di morire. Il che, con la storia dei Maya e bla bla, pare sia tornato ad essere un argomento piuttosto in voga. L'hanno riportata su vari siti, sia in spagnolo che in italiano (in genere con traduzioni piuttosto pessime, va detto). A due settimane dal prossimo viaggio, io ho giocato a “celo,manca” e mi sono permessa di unirmi a loro. Credevo di essere messa bene, e invece di cose ne ho fatte “soltanto” 35.

E voi?


(Ps: i miei “Celo” sono in grassetto)

1. Vedere i Giardini di Puerta de Atocha
2. Vedere il monumento in memoria delle vittime dell'attentato dell'11 Marzo
3. Vedere la scultura dell' Angel
Caído
4. Vedere il Palacio de Cristal
5. Andare in bici per el Retiro
6. Andare in barca sul laghetto
del Retiro
7. Posare per una foto davanti alla statua de El Oso y el Madroño
8. Passeggia
re per i giardini di Cecilio Rodriguez

9. Vedere la fontana di Cibeles
10.
Salire sul terrazzo del Circulo de Bellas Artes

11. Passeggiare lungo la Gran Vía
12. Godersi un musical in un teatro della Gran Vía

13. Fare shopping a Calle Preciados
14. Vedere la Puerta de Alcalá
15.
Godersi un dolce a “la Mallorquina”
16.
Mangiare l'uva a Capodanno alla Puerta del Sol

17. Mangiare un “bocadillo de calamares” in Plaza Mayor
18. Vedere la statua di Eloy Gonzalo in Plaza del Cascorro

19. Passeggiare per el Rastro una Domenica mattina
20. Farsi un piatto di patatas bravas al leggendario “Las Bravas”
21. Fare visita a don Chisciotte e Sancho in Plaza de España
22. Guardare il tramonto dal
Templo de Debod

23. Vedere la “Guernica” di Picasso al Museo Reina Sofía
24. Godersi
le grandi opere d'arte al Museo del Prado
25. Vedere la collezione di bonsai che si trova all’interno del Real Jardín Botánico
26.
Gustarsi qualche tapas al Mercado de San Miguel

27. Visitare el Palacio Real y la Plaza de Oriente
28. Passeggiare per i Jardines de Sabatini

29. Mangiare
dal mitico Cinese Sotterraneo
30. Calpestare il Km 0
31. Visitare il Museo Sorolla
32. Ammirare Plaza de la Villa
33. Visitare la Valle de los Caídos
34. Toccare l’erba del Santiago Bernabeu
35. Gode
rsi del buon Jazz al Café Central

36. Circondarsi di celebrità al Museo delle Cere
37. Vedere tutta Madrid da
lle Tetas de Vallecas
38. Passeggiare per
il parterre del Palacio de Aranjuez
39. Visitare
il Monasterio de las Descalzas Reales
40. Vedere le quattro torri della stazione
di Chamartin
41. Godersi un buon pasto indiano nel quartiere di Lavapiés
42. Iniziare la giornata con
dei Churros alla Chocolatería San Ginés
43. In
traprendere una battaglia a palle di neve con uno sconosciuto

44. Vedere la cupola luccicante dell'Edificio Metrópolis
45. Godersi
lo skyline di Madrid dalla funivia
46. Scoprire i gioielli nascosti del Museo Thyssen
47. Scoprire parte della storia al Museo de America
48.
Salire sul Tren de la Fresa che parte dal Museo de Ferrocarril
49. Trovare qualcosa di originale da regalare al Mercado de Fuencarral
50.
Fare una passeggiata nel parco di Tierno Galván
51.
Trascorrere la giornata a el Escorial

52. Guardare il Palazzo Reale da Campo del Moro
53. Ammirate i murales di Casa de la Panadería

54. Visitare la Catedral de la Almudena
55. Visitare Las Ventas
56. Uscire
la sera a bere a Chueca e Malasaña
57. Vedere la Puerta de Toledo
58. Vedere la Gran Vía di notte

59. Leggere s
eduti su una panchina in Plaza de Colón
60. Fotografare
le Torres Kio distesi sul marciapiedi.
61. Ammirare il giardino verticale del Caixa Forum
62. Visitare la
Capilla del Obispo in Plaza de la Paja

63. Bersi una birra sui tavolini all'aperto di un locale a La Latina
64. Provare un succoso pollo arrosto a Casa Mingo
65.
Salire sull'”Abismo” al Parque de Atracciones
66. Ruggire ai leoni
davanti al Congreso de los Diputados
67. Vedere gli affreschi
di Goya della Cappella di San Antonio de la Florida

68. Vedere la plaza de Neptuno
69.
Guardare le vetrine di Calle Serrano (se puoi, compra)
70. Posare per una foto con lo sfondo della Gran Vía
71. Visitare la Sierra de Madrid
con la neve
72.
Guardare Madrid dal Cerro de los Angeles (altezza 666 metri)
73. G
odersi un film in uno dei pochi cinema rimasti nella Gran Via
74.
Scoprire la storia del Metro all'Anden Cero
75. Vedere la Plaza de Oriente
dal balcone di Opera
76. Passare la giornata con gli eroi della tua infanzia a
l Parque Warner
77. Visita
re la casa natale di Cervantes (ad Alcalá de Henares)
78.
Percorrere in bici l'Anillo Verde Ciclista
79.
Guardare il cielo stellato al Planetario del Tierno Galván
80. Visit
are la Basilica di San Francisco el Grande
81. In una giornata limpida, andare al Faro de la Moncloa
82. Vedere i
cuccioli appena nati di Panda allo zoo
83. Cacciare gli Zombies sulla Linea 6 alle 8 del mattino
84. Passeggiare
per Casa de Campo
85.
Cercare un appartamento con piú di 30 metri quadrati
86. Perdersi per Madrid
87.
Fare una maratona
88. Mangiare un
buon piatto di cocido madrileño
89. Portare i bambini a vedere i burattini al Retiro.
90. Collaborare con
qualche ONG davanti all'ingresso della Fnac
91. Trovarsi con qualche vecchio amico per un caffé
92. Organizzare un pic-nic
cittadino in Plaza de España
93. Scoprire la Plaza Dos de Mayo,
cuore della Movida.
94. Costruire un pupazzo di neve
al Parco del Retiro

95. Godersi un concerto al Palacio de Deportes
96. Visitare la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre
97. Sciare
allo Snowzone dello Xanadu. In qualsiasi momento.

98. Trovare il miglior Mojito di Madrid.
99. Godersi l'abbondante Arte Urbana
100. Vivere una Notte Bianca
101. Fare tutto di nuovo. Questa volta, in compagnia.

martedì 13 novembre 2012

Vicky Martín Berrocal: moda flamenca, e non solo.

Lo ammetto: é piú che altro colpa di Rotta a Sud Ovest, se mi sono innamorata di Vicky Martín Berrocal. Sí, insomma, dei suoi vestiti. Ché, almeno per il momento, la sponda non l'ho ancora cambiata.

Comunque. Stilista spagnola nota nel campo della moda flamenca, di lei apprezzo soprattutto la tenacia con cui rompe i clichè. Certo, ogni tanto mi cade nel kitsh dei pois extralarge. Di quelli da bambolina da negozio di souvenir, per capirci. Quelli che proprio non si possono guardare. Peccato, peró ci si sorvola. Perché poi guardi la produzione complessiva; e Vicky si fa perdonare con fantasie coloratissime, intarsi in pizzo e rete, trasparenze sexy che nessun altro prima aveva mai pensato di applicare ad una bata de cola.

Non solo: ma, se nelle linee flamenche é tutta sfarzo ed eccesso, gli abiti eleganti della collezione autunno-inverno stupiscono in semplicitá. Lí é tutto un monocromo nero o rosso abbellito qua e lá da lievi volant decorativi, fiori sulle maniche, dettagli vezzosi che abbelliscono, ben lungi dall'appesantire. E, a dirla proprio tutta, sono soprattutto questi ultimi che io non riesco a smettere di rimirare.

Nella slideshow qui sotto ve ne propongo alcuno tra i miei preferiti. Altri ne trovate sul suo sito ufficiale.

Allora? Che ve ne pare? 

lunedì 12 novembre 2012

Fiori d'arancio!


Ci sono molti modi in cui potresti reagire alla notizia che la tua migliore amica si sposa. Potresti, per esempio, sentirti d'un tratto vecchia e sola. Scorgere nella gatta con cui stavi chiacchierando un chiaro sintomo di zittellagine in corso. E allora, chessò, finiresti per consumare cinque scatole di fazzoletti Tempo pensando ai tempi andati. O magari ti incolleresti alla bottiglia di vodka che avevi tenuto in parte per un qualche cocktail non meglio precisato. Potresti persino indossare la tua minigonna più corta (meglio se leopardata) e buttarti nella mischia di un night club, con l'unico e preciso intento di non risvegliarti da sola.

Beh, sono lieta di informarvi che a me non è successo niente di tutto ciò. Anzi, in questo momento avrei sinceramente bisogno di una dose massiccia di camomilla. Ma che faccia effetto subito, accidenti. Esigo che mi sia iniettata per endovena. Insomma, fate qualcosa: non è mica da stereotipo esaltarsi così.



Ché la mia migliore amica si sposa. E da quando l'ho saputo, ieri, la mia mente è un'accozzaglia di pensieri misti. Leggi: vestito da indossare (ci entrerò ancora, poi, in quello rosa salmone di Zara?); vestito che indosserà lei; addio al nubilato (quattro punti esclamativi); regalo.

A tal proposito, viste le necessità di guadagno, sto seriamente prendendo in considerazione l'annuncio “cercasi commessa” affisso fuori da un negozio di abbigliamento femminile. Come sempre mi risponderanno “lei è troppo qualificata”, per poi mandarmi via con un metaforico calcio nel sedere. Alla faccia del Choosy. Ma almeno ammortizzerei la delusione provando i tre famosi abiti in stand by che ho addocchiato per la prima presentazione del libro. Ché poi, se invece soprassedessero su quell'irrisolvibile handicap chiamato Laurea, ne avrei immediatamente due vantaggi : 1) poter andare al lavoro a piedi; 2) cercare di convincerli a cambiare scelta musicale. Per dire.



Ma torniamo al matrimonio. Sarà nel 2013 e io ho già deciso esattamente che discorso fare al ricevimento. Cioè, capite quanto la situazione sia grave? Tra un po' inizierò a lanciare riso per la stanza. Così, tanto per fare le prove. E comunque i Maya faranno meglio a sbagliarsi, perchè tra questo, il mio libro, e il disco di Dani Martín in Italia l'anno prossimo si preannuncia davvero eccezionale. Insomma, sono tutti eventi che sognavo da una vita! Immaginatemi mentre piroetto in giro con un sorriso ebete sul volto.

Ad ogni modo. Oltre a ipotizzarmi commessa, in questi giorni sto occupando il mio tempo con la stesura di un reportage su Málaga. Il primo servizio serio che mi sia “commissionato” da una rivista del settore. Cioé, in realtá mi hanno chiesto di “provare a mandargli qualcosa”, solo che io mi ci sto impegnando come se ne valesse della vita. Oltrettutto lanciandomi in un revival mentale mica da ridere. L'unico problema é che sono giá arrivata a cinque pagine di word. Non ho ancora finito. E ho come il lieve sospetto che con “lunghezza libera” non intendessero un romanzo a puntate. Sigh. 

giovedì 8 novembre 2012

Cremonini a Pordenone: la parte italiana della mia colonna sonora.


C'è una bandiera italiana, ad ondeggiare in lieve controluce mentre il cielo si colora di rosa. La guardo da una rampa in leggera salita, mentre chiacchiero con gente che non vedevo da un po'. Sono conversazioni riprese dopo quello che sembra un minuto, anziché manciate di dodici mesi l'una.

E in fondo è un po' anche questo, l'attesa.



C'è, fuori dal palasport di Pordenone, la stessa canzone riascoltata mille volte. Perfezionismi vibranti al di là delle mura. Ci sono i pettegolezzi, le invidie, le antipatie. C'è il mio letto, soprattutto (è un pensiero fugace) ad attendermi soffice dopo lo show. Allora, già lo so, avrò i polpacci doloranti. Le solite fitte al collo. La voce trasformata in un sussurro roco che di sexy ha poco e niente. Sempre che si escluda la felicità.

Insomma, è tutto come sempre. Solo, è a casa mia. Sul serio, non potete capire quanto questo sia strano. Certo, se magari la smettessi, di sovrapporre immagini...

Ma come posso? Ditemelo, forza: come?

La giacca beatlesiana. Le occhiate ammiccanti. La prima fila centro, e tanti complimenti per il mio scatto felino. E, ancora, l'umiltà nel ringraziare. Ché “le canzoni nuove, accolte come le vecchie” fanno capire che tutti viviamo le stesse cose. Poi, gli inchini. Gli asciugamani scuri – schifo – mandidi di sudore. Cimeli per cui neanche a quindici anni ho mai provato attrazione. Pure l'effetto calamita dei palloncini sui capelli...sì, persino quello è tutto uguale.



Io non dovrei pensare a lui, né ai viaggi in Spagna. Ma é diventato troppo tardi quando gli ho regalato il primo cd. Così mi slogo la spalla, pur di regalargli un video di “vieni a vedere perchè”, la suoneria del suo cellulare. E , una volta in più, capisco la ragione di tutti i miei flashback.




E' che Cesare Cremonini, con Dani Martín, non ha in comune solo i dettagli futili di qualunque concerto. Macché. Il punto é che Cesare, proprio come Dani, ha composto la colonna sonora della mia vita. Ed é per questo che sto qui. Ancora. A dodici anni di distanza dal mio primo concerto dei LunaPop. E magari non scrivo piú sul forum. Magari non lo seguo in giro per l'Italia, va bene. Ma continuo a ritrovarmi in ciascuno dei suoi dischi. Li conservo tutti qui, originali e in gran parte autografati, dietro al pc su cui adesso scrivo. Accanto, non a caso, c'é l'opera omnia de El Canto del Loco. E i primi passi solisti di quello che era il loro leader.

Forse é solo quello che dico sempre: che il primo amore non si scorda, tantomeno se si parla di musica. Ma “un giorno migliore” é ancora l'unica canzone su cui io abbia mai pianto durante un live a teatro.“I Love you” é l'estate trascorsa. “Amami (quando é il momento)” una chiacchierata con mia madre sulla prua di una barca a vela. “Marmellata 25” una partita di biliardo con gli amici in uno dei primi tre anni di Universitá.

E allora vi direi che Cesare é uno di quegli artisti che, anno dopo anno, migliorano. Che é riuscito a trovare identitá ed equilibrio dosando l'emulazione di Freddie nei movimenti scenici. Che la misura della sua maturitá si evidenzia negli arrangiamenti sempre meno sbavati, oltre che nella modulazione della voce. Vi direi che non sbaglia né dimentica piú i testi, come accadeva a volte nei primi anni di carriera. E anche che la band che l'accompagna é fatta di musicisti con i contro...ehm,fiocchi, regalando un livello musicale da brividi lungo tutta la schiena.

Ve lo direi, sí. Ma, come mi succede per un certo spagnolo, so di non riuscire ad essere del tutto obiettiva.

Perché “Il Pagliaccio” é la canzone del duetto che sogno. L'ho visualizzato talmente tante volte che mi sembra di sentire l'altra voce entrare in castigliano dopo una pausa di note. Assieme ad un'altra ovazione.




“Vorrei” é il cd che emozionava prima di altri concerti. “Il comico” il sole di Cartagena, impietoso e improvviso in un giorno di Maggio, fuori da un hotel dimenticato da Dio. “He escuchado el nuevo single que me mandaste...me encanta!”. “Dicono di Me” é Daniela e Francesca che mi chiedono durante l'Erasmus come facessi a sapere quale, in realtá, fosse “il nome di un fiore”. “Io pensavo Margherita. O Rosa”. I postumi di una sbornia su di un autobus per Nerja. Le foto della sera prima, in cui assolutamente “non mi devi taggare”.


Cinquanta Special” é “Vespa especial”. Anzi, “la de la vespa”: la condanna autoinflitta da un successo, di cui mi si interrogava a Málaga dietro alle lenti scure. “La sigue haciendo en directo?”, come a chiedere altro. Come ad esternare dubbi che forse intuivo solo io. E poi “Niente di piú”. Anzi: gnente di piú, una delle prime canzoni che io abbia mai tradotto in spagnolo. Prima ancora che un brano chiamato “Volverá” arrivasse a sconvolgermi la vita.



L'uomo che viaggia tra le stelle” quella che preferisco, ancora, io.





Allora sorrido tra me e me, mentre nessuno guarda. D'un tratto é come se mi fossi riconciliata col mondo. E mi piace pensare, per quanto io sappia che non corrisponde a veritá, che sia un po' anche per questo che “Qualcosa di Grande” é sparita dal repertorio. Perché nonce n'é piú bisogno. Perché, a conti fatti, nessuno mi ha davvero “portata via ”. Sono un'italo-spagnola, punto e basta. Non dovrebbe sorprendermi un dualismo musicale. Una cosa non esclude l'altra, anche e soprattutto in questo settore.

Questo sí: il tipo che filmava per i maxischermi avrebbe potuto anche evitare di proiettare la mia esaltazione in primo piano davanti a un palazzetto a un passo dal sold out. Per dire. E, a guardare il pelo nell'uovo, anche indicarmi sulla frase “il tuo Capitano mi ha detto di dirti che é morto” non é stato poi un gesto cosí carino. Insomma: non son mica notizie da darsi cosí, alla leggera. Che diamine. In quel senso lí, Dani é molto piú romantico. Mi dispiace, Cesare: te lo dovevo dire.

domenica 4 novembre 2012

Concerti ed eventuali.


“Sono ventisette euro. Che dici?”
“Beh...visto che saró lí...”

Il mio problema, a conti fatti, é che ai concerti non so dire di no. Cosí, Sil ha per le mani un biglietto che mi appartiene; E gli Hombres G (Madrid, 30 Novembre) si aggiungono alla lista dei miei prossimi live. Se ne dolgono sudati risparmi e uno stage di pizzica salentina a cui iniziavo a pensare con certa assiduitá. Ma, se non altro, lo fanno soltanto loro. 





A organizzarlo (lo stage, non il concerto) sono gli stessi responsabili della mia disconnessione flamenca del mercoledí. Il che mi porta a pensare di avere una qualche strana predisposizione genetica all'amore per i balli che contemplino gonne lunghe. Comunque, niente. O una cosa o l'altra, ché mica son milionaria. Oltrettutto ho rischiato di cedere anche sui Love of Lesbian, se non fosse che: A) conosco troppe poche canzoni; e B) tre notti brave di fila sarebbero state oggettivamente troppe. Il fatto di doverci andar da sola, di per sé, non sarebbe stato un ostacolo. Anzi, avrei potuto correre il rischio di innamorarmi di qualche indie convinto che avrebbe passato la vita a rinfacciarmi gusti troppo commerciali. La nostra sarebbe stata una relazione fatta di litigi e pace, coi baffetti disegnati come ripicca sui rispettivi dischi. Molto romantico, non c'é che dire.




Comunque devo risparmiare, adesso sul serio. Insomma, non posso uscire di casa senza incappare in qualche splendido abitino “pro-presentazione-libro”. Al momento ho giá avuto tre folgorazioni a prima vista, due delle quali di un gradevolissimo verde petrolio di cui l'arcobaleno del mio armadio é quasi privo. Scusante in piú per lo striscio della carta di credito, se proprio lo vogliamo dire. E non é che mia madre aiuti a dissuadermi, dato che sembra dare per scontata la necessitá d'acquisto di un nuovo indumento per l'occasione. Povera me. Beh, in ogni caso sempre meglio della MontBlanc di cui vado cianciando da una vita. Soprattutto vista la recente fine della mia adorata penna a forma di fender telecaster bianca e nera. S'é spezzata in due che manco Jimi Hendrix, e tutto per una caduta accidentale. Naa, non fa proprio per me.

Ma torniamo ai concerti. A completare la lista delle imminenze ci sono Cremonini (Martedí prossimo) ed El Pescao, che finisce il tour l'1 Dicembre prima di emigrare per due anni in Argentina. Perchè, quale altro pensavate che fosse,se no, il mio pretesto al prossimo viaggio a Madrid? Oltrettutto i brani del suo nuovo EP mi piacciono non poco, visto che ha iniziato a optare per testi meno criptici. Di quelli, per capirci, che io poi mi ci identifico e patatrack. Tipo Corazón de Cristal, che per me si colloca nella stessa traiettoria nostalgico-esistenziale di I Love you. Cosí, tanto per fare un'ulteriore crasi italo-spagnola.





Ad ogni modo: per prepararmi a tutti 'sti concerti, ho installato un nuovo impianto stereo in camera mia. Casse di una potenza che spettina, e sorditá sicura prima dei quarant'anni. Me la godo un sacco, peró. Se non fosse che l'esercizio fisico di spolverare- sgombrare- ordinare-ballare mi ha provocato un dolore al retrocoscia che manco otto sedute di step. E poi non se ne va, dannazione. Non ne vuole proprio sapere. Per la serie: sono una persona allenata.

Per Cremonini, a dirla tutta, sono giá prontissima. Che poi ci mancherebbe altro, visto che é il primo in ordine di tempo. Ma insomma...

Forse, peró, non sapete che essere pronti per Cremonini significa anche prevedere un biglietto del treno, qualcosa di rosso, un tramezzino ben farcito di salumi, e una pompetta per gonfiare robe. Non fate domande, ché nei confronti dei palloncini sto sviluppando uno strano astio giá da sola.

Vi racconteró.

sabato 3 novembre 2012

Qualcosa di speciale.


“Perfetto Ila, farò un video. Con piacere, reina”.

Ora: già il fatto che abbia usato il mio diminutivo e la parola “tesoro” nella stessa frase dovrebbe essere più che sufficiente ad esaltarmi. In fondo c'è un motivo, se quel messaggio l'ho salvato. Solo che questo è uno di quei casi in cui è soprattutto la domanda, a contare.

Il punto è che, un Novembre come tanti, m'era venuto in mente di mettere sú un fanclub. Sono passati sei anni, da allora. Duemilasei. Duemiladodici. Sei per due fa dodici. Sei sei sei. Un po' satanico, magari, eppure un sacco equilibrato. E, che sia o meno per questioni cabalistiche, mi sembrava opportuno festeggiare. Del resto, la chiusura della piattaforma Multiply era piuttosto chiaramente un segno del Destino. No?

Morale: ogni mio ritaglio di tempo libero, negli ultimi due mesi, è stato speso nella creazione di un nuovo sito web. Questo. E sì, sí, lo so: a voler essere fiscali, è un blog. Solo che dire “sito” fa più figo, va bene? Ci ho messo anima. Corpo. Passione. Eppure, non era abbastanza. Per me niente è “abbastanza”, mai.



Volevo fare qualcosa di speciale. Qualcosa per loro. Per le persone che stanno lì. A leggermi, ad aiutarmi. Le persone che partecipano ai raduni, che accettano di rinunciare finanche alla dignità pur di partecipare a un video. E contribuiscono ai regali, apportando un flusso costante di entusiasmo e di idee. Giorno dopo giorno, con il semplice fatto di esistere, quelle persone sanno ricordarmi che ne vale la pena. E a me, ogni tanto, sembra di non riuscire a farglielo capire.

A volte penso che, per il fatto di coordinare quasi tutto, magari inibisco un po' le loro iniziative. Che dovrei trovare un modo per farle interagire di più. Non so, farle sentire importanti. Solo che non ho idea di come fare. Certo, sono sei anni che mi ci impegno. Ma nessuno te lo spiega, come si manda avanti un fanclub. Dovrebbero fare dei corsi, accidenti.

Chè io ho mille idee per dei concorsi, ma nessunissimo premio da offrire. Non ho abbastanza visitatori da garantire un ritorno promozionale interessante alle aziende a cui potrei, volendo, chiederne qualcuno. E i ragazzi che sostengo...beh, loro non sono mai venuti a fare promozione qui. Almeno fino ad ora. Non ho nessun dannatissimo programma televisivo o radiofonico che mi dia dei biglietti da poter sorteggiare.

E poi mi sarebbe piaciuto affittare un capannone. Sì, organizzarci dentro una festa vera. Con degustazioni a tema ispanico e gadget creati per l'occasione. Tutti con sopra il numero sei. L'avevo visualizzato, proprio. Solo che vivo in culo al mondo, dove di treni diretti non ne arriva manco uno. Solo che di fondi ne ho meno di zero, e di impegni troppi per organizzare un party a svariati kilometri da qui.

Sul serio: a volte riesce ad essere frustrante, al di là di tutte le soddisfazioni.

Così ho provato a mettermi in contatto con Dani. Per la verità, con ben poche speranze di ottenerne qualcosa. Insomma: è impegnato con le demo del disco. Compone un sacco. Figuriamoci se ha tempo per me!

Gli ho spiegato la situazione. Gli ho chiesto una riga di testo, un suo autografo scansionato, qualcosa di semplice per i suoi fan di qui. Se mai potesse, ovvio. E...

“Perfetto Ila, farò un video. Con piacere, reina”.

Ne è seguita una settimana di palpitazioni. Io che glielo ricordo. Lui che si scusa per non aver avuto tempo. Io che entro in paranoia per il fatto che magari ho dei problemi tecnici. E allora cancello una per una circa 40 vecchie mail inutili (la maggior parte di Ryan air), annoiandomi più che guardare la vernice che si asciuga. Lui che non la smette di ringraziarmi, quando a dirla tutta dovrei farlo io.

Poi, ieri, tramite la sua oficina, il video arriva.




E allora io magari i retroscena non avrei dovuto raccontarveli, non lo so. Ma è che, se i gusti musicali sono - come è giusto - personali ed opinabili, ritengo dobbiate comunque sapere che tipo di persona sta dietro ai miei. Il tipo di persona che, se gli dici che ti sei emozionata, risponde “grazie a voi per tutto quello che mi date”. E allora dai, un altro post di orgoglio-fan ci sta.


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(Se non parlate lo spagnolo, la traduzione del messaggio di Dani  é la seguente : " Ciao amici dell'Italia, volevo ringraziarvi per tutto l'affetto e tutto l'amore che mettete alla mia musica e nient'altro, che spero che ci vedremo molto presto, che il prossimo disco sapete già che uscirà anche lì e che vi ringrazio tanto per tutto quel che fate. Un bacino e siate felici. Ciao! " )