giovedì 14 febbraio 2013

Sanrementino.


Tra i santi di oggi, scelgo Sanremo. Non che quest'anno mi sia andata bene: per trovare un italospagnolismo all'Ariston dovrei tutt'al più aggrapparmi ai suffissi in “able” di un improponibile Crozza. Perchè non è per la politica, signori. Certo, è vero che se ne parla fin troppo per trovarla incastonata anche in uno show musicale. Ma non è questo, no. Il punto è che a me Crozza non fa ridere affatto. E poi la dobbiamo smettere, di concedere agli ospiti di allargarsi in questo modo. Sto guardando un festival, mica un monologo su La Sette. Insomma, chiamateli. Chiamate lui, chiamate il coreano di Gangnam Style, chiamate chi diavolo vi pare. Ma cercate di ricordarvelo, per una volta, che i protagonisti della serata non dovrebbero in nessun caso essere loro.



Scelgo Sanremo. Sono single. Poteva forse essere altrimenti? Solo che, questa volta, devo farci sopra un post normale. Beh, sempre che si possa considerare “normale” qualcosa che parli del festival senza abbondare in critiche. Perchè, al di là della parentesi citata, quest'anno la Kermesse mi sta piacendo davvero.

Ottimi conduttori. Splendida scenografia post-atomica con le scale componibili a meritarsi da sole la mia stima. Ritmo sostenuto, salvo rare eccezioni. E, soprattutto, una media di canzoni stranamente buone. Secondo me, almeno. Ché, a giudicare dai commenti su twitter, i miei gusti non coincidono in nulla con quelli di critici ed esperti del settore. Dovrei ragionevolmente concluderne che non ci capisco una mazza, ed è probabile che corrisponda al vero. Non per questo cambio di opinione, però. Giudico con la pancia. Con il cuore. Giudico in base alle emozioni che dalle orecchie mi arrivano all'anima. L'ho sempre fatto, e non ho intenzione di cambiare ora. Sono un'ascoltatrice media, nient'altro. Un'innamorata della musica a San Valentino. E allora questi sono i brani che ho apprezzato di più. I vostri quali sono?

Max Gazzé – Gazzé aveva le due canzoni migliori di tutto il festival. Di quella eliminata, mi ha affascinata la frase “Potrei farti da fermaglio per capelli se per sbaglio ti venisse voglia di tenerli su". Di questa rimasta in gara, il ritmo incalzante che un po' mi ricorda Bregovich. In fondo l'ho sempre detto: c'è un'anima zingara in me.

Il Cile – A questo punto devo aprire una parentesi. Perchè, sì, è da ieri sera che canticchio senza sosta “le parole non servono più”. Eppure, credo che questo brano non sia neanche lontanamente all'altezza delle capacità di Cilembrini. Un po' troppo affastellato di aggettivi. Lontano dalla perfezione endemica di uno dei miei dischi preferiti. Al di sopra della media, senza dubbio. Lui lo è sempre. Però, anche se bellissima, non è la sua miglior canzone. E ora che ho finto di essere obiettiva posso anche dirvi la verità. Perchè, cacchio, io del Cile sono ormai diventata a tutti gli effetti una fan. Non so precisamente come o quando sia successo, ma il mio grado di ammirazione nei suoi confronti è arrivato a un livello inquietante. Dove per inquietante intendo che sono riuscita a trovarlo affascinante anche con il look che ha sfoggiato ieri sera (a tal proposito, ricordatemi che vi devo postare un'infografica). Cioè, capite la gravità? Che poi secondo me gli è giunta voce che mi piacciono quelli con la barbetta. Solo che io intendevo barba di uno o due giorni. Insomma, un filino, senza esagerare. Ma magari non mi ero spiegata bene. Comunque, vabbè. Sono disposta a sorvolare persino sugli stivaletti. Il fatto è che essenzialmente non sono obiettiva. Che bramo con tutta me stessa di andare ad un suo concerto. E che, come diretta conseguenza, sono incazzata come una iena per la sua eliminazione. A prescindere. Cilembrini AiLaviu e voi giurati siete brutti e cattivi. Ecco.




Renzo Rubino – Dai, ammettetelo: Rubino che si veste di rosso rubino fa ridere. Comunque bella voce, canzone ben costruita, testo non banale come, invece, ci si sarebbe potuti aspettare dalla scelta di un argomento un po' ruffiano. Insomma, bravo. E brava anche Irene Ghiotto. E bravi anche i Blastema, con uno degli Emo di Zelig come vocalist. Scherzi a parte, i giovani che si sono esibiti ieri superavano in qualità gran parte dei big. Devo ancora decidere se sia più rassicurante o deprimente. Però they rocks. Tutti e quattro. Ora aspetto al varco i colleghi di questa sera.

Almamegretta – Non hanno scritto una canzone “per Sanremo”. Sono rimasti fedeli al loro stile, senza farsi influenzare dalla cornice. Il che non é per niente poco.

Simone Cristicchi – Quest'uomo è un genio. Ok, riascoltando l'esibizione devo ammettere che ha stonato un po'. Però, se il brano eliminato non mi aveva convinta, “La prima volta che sono morto” ha il testo più originale del festival. E i mix equilibrati di sorrisi e lacrime mi riescono sempre a conquistare.




Simona Molinari e Peter Cincotti – Un po' jazz e un po' anni cinquanta, il duetto mi ha sorpresa gratamente. Sarà che non mi aspettavo molto. O sarà che loro ci sanno fare.

Elio e le storie tese– Degli “elii” mi piace il fatto che si divertano sul palco. Perchè si vede che lo fanno. Giocano con la musica, ci infilano dentro un po' di teatro, prendono in giro l'ambiente che dà loro da mangiare. E l'unico motivo è che gli piace farlo. Lo so che sembra un paragone assurdo, ma “la canzone mononota” mi ricorda il motivo per cui ho scritto #Odissea: per il gusto di farlo. Per dirlo alla spagnola, per “pasármelo bien”. Evviva la gioia, allora.

Modà I “Modá” fanno i Modá. Niente piú e niente meno. Il brano in gara é una copia quasi perfetta di un paio di altre loro canzoni. Ma finché copiano se stessi, se non altro si puó definire “stile”. Canzoncina radiofonica come tante altre, con alcuni passaggi del testo che peró mi sanno affascinare. "Se solo avessi un po' più tempo per viaggiare frantumerei il mio cuore in polvere di sale per coprire ogni centimetro di mare", per esempio. 

Malika Ayane – Il brano che é stato eliminato portava voce e accenti del Sangiorgi piú contorto. Quello che é passato é piú orecchiabile, ma forse nell'interpretarlo lei ci si é impegnata meno. Da riascoltare.

Annalisa A volte mi secca ammetterlo, ma dai talent show escono anche delle voci carine.

Marco Mengoni A me di Mengoni piaceva un sacco l'altra, di canzone. Quella scritta dalla Nannini. Ma, l'ho detto: non vado d'accordo con la giuria. Questa é un po' piú banale, ma ti si incolla in testa per le eternitá a venire. A meno che, ovviamente, non intervenga Il Cile. 

1 commento:

  1. diciamo che a parte Elio(con cui concordo sulla gio eia del fare)e Cristicchi,che non mi ha convinto del tutto,son daccordo con le tue scelte!:-) io ci aggiungo il Gualazzi eliminato e forse(devo riascoltarla)Chiara!
    buon sanremo!
    kit

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