mercoledì 30 ottobre 2013

#Odissea Style!

“Il medium è il messaggio”, diceva Mc Luhan. E in effetti, volendo fare i fighi, il mio primo libro si spiega anche così. Con la comunicazione che si adatta ai social network; le parole che si barricano – intimorite- dietro ad un hashtag. Cù Cù. Mi sembra quasi di vederle sbirciare. 

#Odissea è una traduzione, il punto è questo. La declinazione di una trama antica in 140 caratteri per volta. C'è un linguaggio che si trasforma: da parlato diventa scritto; da stampato diventa etereo. Pensato per una fruizione mordi e fuggi, a mezzo schermo, per lo più in mobilità. E, soprattutto, c'è l'ironia. Il sarcasmo. Quella vena satirica che, nella quotidianità dei social network, sembra non mancare mai. 

Non ne parlo per farmi promozione. Almeno, non oggi. Piuttosto, lo faccio per spiegare cosa intendo con “#Odissea Style”. Perchè ce ne sono tanti, in giro, di progetti deliranti quanto il mio. Gente che si diverte a rivisitare storie, immagini e personaggi nel linguaggio dei social network e con il filtro dell'ironia. Gente creativa, che ammiro e che mi strappa risate (anche grasse, in molti casi). E oggi ho voluto presentarne un po' anche a voi. Con un brindisi a tutti i twitteri, instagrammers e utenti facebook che non potranno esistere mai. Ulisse in primis, va da sé.  


É in inglese, ma si merita un'occhiata. Gli Stati in conflitto che si battibeccano via Facebook, come nei piú accesi dibattiti politici online dei nostri giorni; la Russia che posta album fotografici; la Lega Balcanica che crea gli eventi... da morire, sul serio. E, se le risate non fossero abbastanza, vi ritroverete a ripassare la storia senza neanche accorgervene. Da notare che collagehumor, di questi esperimenti a mezzo facebook, ne ha fatti piú di uno. Quello sull'impero Romano é ancora piú in linea con la mia #Odissea!


Creati dal popolare sito di tecnologia Mashable, i finti account Instagram delle principesse Disney, oltre a riprendere i tratti caratteristici dei personaggi, parodiano anche le tipologie di utenti più tipiche della app. C'è Pocahontas che fa appelli contro la crudeltà sugli animali, tanto per dirne una; Cenerentola che sfodera il suo outfit rosa del Mercoledì;  Biancaneve che si fa le #selfies (autofoto) e la Bella che ringrazia la Bestia per la splendida libreria (“invidiosi?”, scrive, mentre Rapunzel chiede in un commento se può andare a trovarla. D'altro canto, si sa, quando si passa tanto tempo chiusi in una torre si finisce col leggere sempre gli stessi libri...) 






Questa pagina Facebook è stata un vero e proprio fenomeno di massa: a quattro giorni dall'apertura aveva già raggiunto niente più e niente meno che 100.000 fan (ora ne ha quasi 400.000)! La sua forza? Abbinare a dipinti celebri una didascalia, con cui i protagonisti dell'opera esternano – in romanaccio – i loro reali pensieri. A me sono venute le lacrime agli occhi, giuro.  

domenica 27 ottobre 2013

Insta- italospagnolismi #2

Se c'è da fare un riassunto della settimana italo-spagnola, mi sa che questa volta non posso esimermi dal parlare di calcio. Per quanto mi riguarda aggiungerei "purtroppo": di certi sport, si sa, m'appassiono quasi solo in periodo di Mondiali. La cronaca, però, detta le sue regole. E le sfide di Champions League si sono prese a forza il protagonismo delle foto su Instagram. Per rappresentarle ho scelto tre scatti: l'imbarco della Juve per Madrid, postata dall'account ufficiale della squadra di Torino, l'inizio del viaggio del Barcelona a Milano (anch'esso proveniente da account ufficiale) e l'immagine sporty-fashion-fetish con cui Iker Casillas salutava la vigilia di una delle due partite più italo-spagnole di sempre. Buona visione!




Vi ricordo che, se volete segnalarvi qualche foto italo-spagnola in cui vi imbattete su Instagram, potete farlo segnalandola con l'hashtag #italospagnolismi o anche semplicemente linkandomela nei commenti. 

venerdì 25 ottobre 2013

Dell'inizio di un Tour, delle fasi lunari, e dei Latin Music Italian Awards.

Lo scarso entusiasmo con cui oggi accolgo l'inizio del tour di Dani Martìn, in effetti, è del tutto in linea con il mio stato d'animo precedente l'uscita del disco. E mi fa nervoso uguale. Poi magari hanno ragione gli oroscopi, ed è tutta colpa delle fasi lunari. “Potrebbero renderti triste ed eccessivamente attaccata ai ricordi del passato”, dicono. A dirla tutta stavo giusto pensando agli episodi e personaggi bizzarri incontrati in giro per la Spagna in occasione delle tournè precedenti. Suppongo sia ai fini di dare un senso all'euforia collettiva, vai a capire.



Comunque, m'é tornato in mente il pazzo scatenato che mi proponeva le sue teorie sull'imminente fine del mondo in fila a Zaragoza. O la donna argentina che parlava che in itañolo sul pulmann per Roses. Naza, che lascia i sacchi a pelo in aeroporto perché non le stanno nel bagaglio Ryan Air. Sil che urla “Muoviti, che il taxi lo sto pagando io!!!” a degli imbranati impegnati a rallentare il traffico di Málaga. O, ancora, la ragazzina invasata dell“approfitta e tocca” nel marasma di un'uscita sul retro; al tipo ricciolino all'imbarco per Bologna e all'argomento della sua rivista usato a pretesto per attaccare bottone (era Wired, non Playboy, nel caso vi steste preoccupando). Poi la tempesta di neve di un rientro sotto Natale. Le curve del tragitto Mazarrón – Lorca. La coppia porta sfiga che elenca sciagure aeree prima di un decollo. La splendida idea di mangiare calamari fritti, seppie alla griglia e alette di pollo seduta sull'asfalto con 35 gradi all'ombra. And so on. In effetti, ora come ora l'idea del viaggio mi alletta mille volte piú di meta e pretesto. Ma, piú che alla Luna, la colpa della malinconia io l'attribuirei al cielo grigio.

Ad ogni modo, quello che invece mi entusiasma (tanto, pure!) é l'attuale primo posto di Dani nella categoria Best Latin Male dei Latin MusicITALIAN Awards 2013. Ché magari non si vince nulla, ma tremilatrecentonovantaquattro voti nel primo concorso italiano in cui é candidato, lo ammetterete, non son mica bruscolini! Soprattutto se penso che per buona parte si devono alla mia sistematica opera di stalking.

Solo che si puó votare fino al 2 Dicembre prossimo, e Daddy Yankee incalza. Per questo vi chiedo, se mi volete almeno un po' bene (o anche se vi faccio pena, al limite) di votarlo. Il madrileño, dico. Non il losco figuro della gasolina. E' gratis e ci si perde a dir tanto un secondo: basta cliccare qui e poi sul nome di Dani Martín. Nient'altro. Come ulteriore monito vi condivido anche questa meravigliosa e creativissima immagine del cantante in versione Zio Sam. Ché davvero non capisco com'é che nessuno l'apprezzi. Io ne andavo cosí fiera. Mi sembrava cosí potenzialmente virale. Che tristezza. Che incomprensione. Che degrado sociale. Bah.






giovedì 24 ottobre 2013

I look ispirati ai dischi: gli ultimi che ho comprato

Lo so, che li stavate aspettando (mi sembra di udire un coro di "ma anche no" in sottofondo, ma farò finta di niente). Sono gli outfit ispirati alle copertine di alcuni dei dischi che ho comprato di recente. Esclusi quelli non italiani e non spagnoli, s'intende, ché devo pur sempre rispettare un tema. Modaiola sì, ma itañola innanzitutto. Persino nelle bizzarre rubriche che creo. Sappiatemi dire qual é il vostro preferito, poi. 


MELENDI - LAGRIMAS DESORDENADAS [Spain]


HIGHLIGHTS: 
Camicia a quadri, canotta bianca, jeans leggermente slavati e Converse All Stars ricreano in versione femminile il look di Melendi cosí com'é ritratto su cover e foto del booklet. Leggermente diversi solo gli orecchini, che declinano in chiave piú romantica il modello di quelli indossati dal cantante. 

VADO FIERA DE:
La borsa. Nero, bianco e giallo strizzano l'occhio ad alcuni tra i principali colori che si ritrovano sulla copertina. 

IL TOCCO (ironico) IN PIÚ: 
Il pettine. L'intero artwork dell'album, infatti, gioca sull'alternanza di due versioni di Melendi: in una appare ben pettinato e vestito di tutto punto, all'interno di una stanza impeccabile. Nell'altra, sembra che gli sia appena scoppiata una bomba a due centimetri di distanza. Dato lo stato della sua capigliatura in quelle foto, forse avrá bisogno di darsi una sistemata... 





Music Inspired! Melendi - Lagrimas Desordenadas



NEGRITA - DEJA VÚ [Italy]


HIGHLIGHTS:

Il look si ispira principalmente a quello di Pau (voce e quindi elemento forse piú visibile della band) nelle foto interne al disco. La borsa richiama invece colori e stile della copertina. Ah, mi scuso per l'orrida fantasia a fiori all'interno del Gilet: tenete presente che andrá coperta dalla maglia nera, per cui nessuno la vedrá. Grazie a Dio.

VADO FIERA DE:

Gli stivaletti. So Rock! So Trendy! So Negrita! (Oddio, sto parlando in itanglish: abbattetemi, vi prego.)

IL TOCCO IN PIÚ:

Gli orecchini a cerchio, che richiamano quelli indossati dal disegno in copertina nonché, da secoli immemori, logo della band (il disegno, non gli orecchini).

Music Inspired: Negrita- Deja vú



EFECTO PASILLO - EL MISTERIOSO CASO DE...[Spain]


HIGHLIGHTS:
Come per Melendi, anche in questo caso jeans, camicia a maniche corte, scarpe da ginnastica, cappello, cintura e occhiali da sole ricalcano quasi perfettamente il look dei membri del gruppo.

VADO FIERA DE:
L'impatto essenziale e tutto estivo dell'insieme.

IL TOCCO IN PIÚ:
Lo smalto arancione, che richiama uno dei colori chiave della copertina.


Music Inspired! - Efecto Pasillo



FABRIZIO MORO - L'INIZIO [Italy]



HIGHLIGHTS: 

Per ovvie ragioni che vedrete da voi, dal look della cover ho potuto riprendere soltanto cappello e stivali. Per il resto, ho giocato sui colori chiave del nero e del giallo, insistendo negli accessori sull'elemento che ha maggior risalto sull'immagine del disco: la chitarra. 

VADO FIERA DI: 

Essere riuscita a creare un outfit ispirato alla foto di un bimbo nudo, che di per sé non é poco. Ma anche del bracciale col ciondolo a forma di chitarra e, soprattutto (ancora una volta) della borsa. Cioè, l'adoro. La voglio. E' amore. 

IL TOCCO IN PIÚ: 

La maglia a righe. Se vi chiedeste il perché, dovreste sapere che la mia mente contorta vede nelle righe bianche e nere un chiaro rimando alle strisce pedonali. Che a loro volta mi ricordano la strada. Che a sua volta...beh, guardate la copertina. E abbiate pietá. 



Music Inspired! - Fabrizio Moro [L'Inizio]

martedì 22 ottobre 2013

Fatti mandare dalla mamma...il chorizo e la paella in tutta Europa.

Fatti mandare dalla mamma...no, no, che latte e latte! Fatti mandare del chorizo, che é meglio. O del sano Pata Negra, magari. Il fatto é che il servizio "Mamá Mandame" porta la filosofia del "pacco per studenti fuori sede" a varcare i confini. Ed io, da filoispanica convinta, non posso fare altro che applaudire. 

E' da un po' che tengo d'occhio il progetto. Ne sono venuta a conoscenza qualche settimana fa, grazie alle - di solito fastidiosissime, rare volte azzeccate - "pagine consigliate" di Facebook. E' stato un colpo di fulmine, lo giuro. L'idea é questa: in periodo di (sigh!) alta emigrazione giovanile, chi se ne va dalla Spagna conserva il sacrosanto diritto di continuare a mangiare come in casa della madre. Allo stesso modo, chi vive all'estero ma, per qualunque motivo, ha lasciato il cuore nella Terra di Cervantes (tipo me, per capirci), puó placare un po' la nostalgia attraverso le sue specialitá gastronomiche piú tipiche. 


Con questi due concetti chiave in mente, "Mamá Mándame" invia pietanze iberiche di alta qualitá in tutta Europa, con spese di invio ridotte al fine di garantire prezzi ragionevoli. 




L'opzione piú interessante, a mio avviso, é quella dei pacchetti tematici: veri e propri kit di sopravvivenza per filoispanici che vanno dagli 8 ai 149 euro, a seconda delle vostre esigenze. Il pacchetto piú caro, va da sé, é anche il piú completo, raccogliendo la maggior parte dei prodotti tipici spagnoli. Poi ci sono, tra innumerevoli altri, il pack Erasmus, che accoglie la filosofia del "mangiare bene spendendo poco", il pack "colazione e merenda" (uno dei miei preferiti!) con classici Made in Spain come Colacao e Nocilla, il kit ispirato alle feste di San Firmín, quello con prodotti "para picar" all'aperitivo e quello calciofilo dedicato alla Selección Española (oltre al cibo, ci sono in omaggio alcuni gadget de La Roja) .

Perché dico che sono interessanti? Semplice: da filoispanici, avrete certamente pensato piú di una volta all'organizzazione di una cena a tema iberico da organizzare con gli amici. Ecco, allora pensate, anziché cucinare voi stessi, di ordinare un pacco variegato di pietanze originali spagnole e dividere la spesa tra tutti gli invitati. Il successo sará assicurato, la qualitá pure e ve la caverete con una quota variabile dai 2 ai non piú di 10 euro a testa. Non male, vero? 

Il Pack "Fiestas" di MamaMandame.com


Di Mamá Mándame, poi, ci sono altre tre  cose che mi piacciono da morire: la prima é l'aspetto di puro marketing per cui la descrizione di ogni prodotto é veramente scritta come se a parlare fosse vostra madre. Ne riconoscerete i tratti peculiari, le raccomandazioni comuni a tutte, la preoccupazione per la vostra salute e benessere, coperta da un velo di ironia.
La seconda é il voto dei clienti - in puro stile TripAdvisor - sui prodotti in vendita.
La terza é la possibilitá di un buono per l'acquisto da regalare a qualche amico particolarmente innamorato della cucina spagnola.

Lo segnalo cosí, senza secondi fini. Ricordandovi en passant e in modo del tutto casuale che il mio compleanno é il 31 Dicembre. 

domenica 20 ottobre 2013

Turismo in Musica: i videoclip girati a Bilbao (Feat. Voglia di Partire!)

Poche cose mi rendono piú felice della prospettiva di un viaggio. Ché l'idea, in fondo, é sempre un pot pourrí di possibilitá. Si gonfia di aspettative. Di domande. Di progetti. É l'itinerario che ti si disegna in mente. La cornice di caselle vuote che non vedi l'ora di riempire. Cosí me ne sto qui, a fingermi di nuovo una tour operator. Confondo i banner mirati con ricerche molteplici su Booking e Hostelworld. Consulto compulsiva i voli di Dicembre, attesa di ulteriori ribassi prima di metter mano alla carta di credito. E ancora Trenitalia e Renfe, Alsa ed Apt. 

Sí, decisamente poche cose mi rendono piú felice della prospettiva di un viaggio. Una di queste, é la prospettiva di un viaggio in un luogo in cui non sono stata mai. 
E' per questo che ho deciso di iniziare a conoscerne uno nel modo in cui di solito li presento a voi. Certo, non che siano molti, i videoclip girati a Bilbao (io ne ho trovati solo tre, e a fatica). A quanto pare é piú una cittá da film e spot pubblicitari, che il set prediletto per una canzone. Posto strano, per i nostri stereotipi di Spagna. Troppo freddo in inverno, forse troppo piovoso per me. Ha l'identitá confusa in un nome doppio; strade impronunciabili di x e di vocali. Eppure ne parlano come di gentilezza commovente. Culla di ospitalitá a tratti disarmante. Emblema dell'unione piú armoniosa tra il vecchio e il nuovo, tra il Guggenheim e le paperelle formato gigante disposte sull'acqua di un'immaginaria vasca da bagno infinita. Ne parlano per i pintxos, anche e soprattutto: variante basca delle tapas corredata da pratico stuzzicadente (si chiamano "pintxos" proprio per quello!). Acquolina in bocca solo a vederla. Infinito desiderio di scoprire. 



Signore e signori, benvenuti (anzi, Ongietorri!) a Bilbao.

Mariah Carey, Sweetheart


Se cerchi video musicali girati a Bilbao, tutti ti rimandano a questo. Io direi "purtroppo", visto che per Mariah Carey provo un'antipatia ancestrale. Tuttavia, devo ammettere che dà un ritratto davvero spettacolare del Guggenheim, con l'aggiunta di alcuni altri scorci urbani della città. Il gatto, però, lo vedo perplesso.



Simple Minds, Glitterball


Le location sono più o meno le stesse del video della Carey. La canzone è meglio. Fantascientifiche le scene in notturna, e splendida la decorazione di una delle chitarre.


Icon of Coil, Former Self 

Panorami notturni anche per questo video "on the road" degli Icon of Coil, uno dei pochi non incentrati sull'onnipresente e maestoso Guggenheim. Zoom e tremolii conferiscono al filmato un'impronta decisamente genuina e amatoriale.



Se conoscete altri videoclip girati a Bilbao, come sempre, segnalatemeli pure!

PS: non mi sono dimenticata della rubrica sugli italospagnolismi di Instagram, solo che ho deciso di renderla quindicinale. In primo luogo per avere piú materiale, e poi perché cosí facendo rendo un po' piú vario il blog. 

venerdì 18 ottobre 2013

Non é un post da Venerdí.

“E' come se ogni persona che muore lasciasse il suo posto ad un'altra che nasce”. Cioè, più o meno come se la vita fosse un treno per pendolari stracolmo, con un numero limitato di sedili blu. Neanche troppo comodi, a dir la verità. Qualcuno mi ha detto quella frase, una volta. E ultimamente io non faccio che pensarci. Sarà che quel viavai ora mi avviene tutt'attorno. Movimento incessante sul mio stesso vagone, mentre cerco invano di ascoltare l'iPod. Sarà che nelle ultime settimane notizie di nascite e di morti mi vengono comunicate nello stesso giorno. Gente che conosco. Gente di cui ho sentito parlare. Persino personaggi in vari campi noti. 



Allora rifletto. Forse c'è davvero qualcun'altro, abbinato a ciascuno di noi. Forse siamo collegati due alla volta, come da una sottile corda rossa di estensione indefinita. Forse il Pianeta Terra è una specie di matassa ingarbugliata. Un gomitolo che si può srotolare. Ma con che criterio ci hanno abbinati? Aree geografiche? Passioni? Se muore un Premio Nobel, per esempio, chi prende il suo posto è necessariamente destinato a grandi cose? O sarà invece un completo buono a nulla, per pura legge di compensazione? Se liberi un posto in prima classe, lo puoi cedere a qualcuno di seconda, o il controllore gli farà pagare un sovrapprezzo? 



Sarebbe bello saperlo. Sarebbe bello...sì, insomma, conoscere chi c'è dall'altra parte del nostro filo. Pensate se ognuno potesse sapere con esattezza chi è la famiglia che metterà al mondo l'individuo che prenderà il suo posto. Entrarci in contatto. Parlarci prima di andarsene per sempre. 

M'immagino un ufficio con le porte in vetro. Gigantesco. Asettico. Dentro, pile e pile di registri (chissà perchè, nonostante il quadro fantascientifico, me li immagino cartacei) ordinati scrupolosamente su appositi scaffali. Chi lo volesse, potrebbe entrarci e chiedere chi c'è, in attesa del suo sedile blu. Certo, dovrebbe compilare maree di scartoffie. Ma, alla fine, un'impiegata con gli occhiali andrebbe a tirar fuori la sua cartella. Ci soffierebbe sopra, per mandare via la polvere. E lui lo saprebbe. Al che potrebbe decidere di dedicare la sua vita alla ricerca di quest'altra persona. O meglio, della madre che la genererà. Una che magari vive all'altro capo del mondo. E nel viaggio per raggiungerla chissà quante altre persone incontrerebbe! Quali avventure vivrebbe! 

Sarebbe una bella trama per un libro, in effetti. 
Ma poi ho pensato che sarebbe troppo drammatica.
Che non potrei ridurla in tweet. 
Che mi fa un brutto effetto, leggere “Dance, Dance, Dance” di Murakami. 

E poi questo non è neanche un post da Venerdì. 

mercoledì 16 ottobre 2013

Cercavi me? Sicuro? [Chiavi di ricerca 2013 Special Edition]

Se seguite questo blog da poco forse non lo sapete, ma io avevo una tradizione. Tempo fa, intendo. Molto tempo fa. Diciamo nel duemilaotto o giù di lì, quando le statistiche sui contatti unici non erano ancora un universo legato al mio lavoro. 
Comunque: il fatto è che mi piaceva, di tanto in tanto, elencare le chiavi di ricerca più bizzarre che avevano condotto anonimi visitatori sul mio blog. C'era da spanzarsi, dico davvero. Le riportavo, accompagnate da un commentino che voleva essere simpatico. Non offensivo, lo specificavo sempre. Io volevo soltanto strappare sorrisi.


Avevo abbandonato l'usanza, non so bene neanch'io il perchè. A dirla proprio tutta, anche chi arrivava qui da Google iniziava ad essere ben poco originale. Ilaria Dot. Italospagnola. Litalospagnola Blogspot. Cantanti spagnoli famosi in Italia. Confronti tra spagnoli e italiani. Più in là di lì non è che si andasse, salvo troppo sporadici casi. Casi di gente ormonalmente agitata che cercava gonne sollevate dal vento o film porno su Torrent, per lo più. Il punto è che da Shinystat aveva smesso di arrivarmi ispirazione. 

Fino a poco tempo fa. 

Sì, perchè negli ultimi mesi c'è stata una nuova impennata di ricerche alquanto insolite. Il che, unito alla mia già citata mania per la creazione di rubriche e/o al raffreddore da Guinness che attualmente m'impedisce di mettere assieme post intelligenti, m'ha fatto venir voglia di riciclare quell'abitudine. 

A mó di premessa, urge dire che negli ultimi mesi ho notato da parte vostra interesse crescente nei confronti del Koala Ciuffo, dei biscotti dell'Ikea (come darvi torto?) e della relazione di Banderas con la Gallina del Mulino Bianco. Tra l'altro, non so se l'abbiate notato, ma da quando ci chiacchiera sta diventando ogni giorno piú pallido. Chissá, magari é per rievocare il nome del brand. Comunque, secondo me troppo bene non sta. Ma poi, come cacchio s'é pettinato? Io non me ne faccio una ragione. 



Peró faccio un applauso (sentito, accorato, accompagnato da urletti) al tizio che é capitato da queste parti chiedendo alla barra di Google se, per caso,  il Mitico Tony non parli il bresciano. 

E detto questo, ecco la top 10 delle chiavi di ricerca piú assurde che, nell'ultimo periodo, hanno condotto qualcuno su questo blog. Corredate di commenti, é chiaro. Ho detto che riciclo la tradizione, mica che la modifico!

1. Il festival delle trombate italo spagnole --- Ecco. Per la serie, cominciamo bene. Ma poi, esiste sul serio? No, perché potrei farci un articolo per Total Free Magazine. 

2. Offerte di kit mattoni rossi finti  --- Capirei se fossero veri, ma finti...? Che te ne fai? Boh. 

3. Perchè gli spagnoli hanno il cappello --- Perchè gli calza a pennello, du-ah. 

4. Si potrà fare il bagno a malaga dopo il 11 ottobre  --- Secondo me sì, vai tranqui amigo. 

5. Copia scrivi  --- Incolla leggi. 

6. Nascita del calcestruzzo armato in spagna  --- eh? Più che altro mi fa ridere il fatto che la ricerca abbia indirizzato il tizio sul mio blog. Dev'essere perchè ho parlato del Cile. Io ti ho dato prati di viole e tu calcestruzzo armato. Ovvio. 

7. Tutto surreale post trauma --- No, ma anche senza il trauma, te lo garantisco.

8. Gli spagnoli sono sempre in ritardo  --- Mi dispiace.

9. Espressioni varie di occhi di coccinelle  --- Ora, va bene tutto, ma non mi risulta che le coccinelle siano cosí espressive... poi magari non ho spirito di osservazione.

10. Gnam gnam sospiro dance --- La hit musicale dei golosi, é chiaro. Ora la cerco su Spotify. 

domenica 13 ottobre 2013

Insta - Italospagnolismi


Non so se ve ne siate accorti, ma ultimamente sono lanciata con la creazione di nuove rubriche per il blog. A quella che inauguro oggi spero di poter dare scadenza fissa. Giornata di pubblicazione: Domenica, sempre che costanza e materiale riescano ad assistermi a dovere.

Sì, insomma, vorrebbe essere un riepilogo. Il punto a capo in immagini di una settimana itañola. Quello che raccoglie gli "italo-spagnolismi" piú emblematici postati su instagram nei sette giorni precedenti il post. Perché il gruppo "Igers itañoli" puó anche non esistere; l'hashtag #itañoles essere poco sfruttato, ma noi sappiamo lo stesso come farci sentire. 

Le foto che sceglieró - urge premetterlo - sono tutte giá pubbliche su web. Gli account "lucchettati" non verranno mai (e sottolineo MAI) presi in considerazione, salvo esplicita richiesta del loro proprietario. Anche cosí, peró, se qualcuno si sentisse infastidito dalla riproposizione di un suo contenuto qui, non esiti a chiedermelo e lo rimuoveró senza problemi. 

Per questa prima puntata vi propongo: i ricordi di Madrid trovati nelle tasche della giacca dall'italianissima @perdidaenmadrid; La celebrazione dell'altrettanto italiana Veronica del Día de La Hispanidad, e una foto twittata da Pedro Sardina, giornalista del quotidiano spagnolo ABC, in trasferta a Trieste per la Regata Barcolana. Perchè, anche se non si tratta di un contenuto postato su Instagram, mi sembrava comunque una degna conclusione. 

Se volete segnalarmi qualche foto itañola da inserire, potete segnalarmela qui, su Twitter, oppure postarla direttamente su Instagram con l'hashtag #italospagnolismi. Vi aspetto numerosi! 






venerdì 11 ottobre 2013

Un cupcake per...La Barcolana!

Il cupcake è una descrizione giocosa. Il Kalòs Ka' Agathòs fatto dolcetto. Un modo come un altro per esprimere una sensazione. Certi eventi, l'ho appena deciso, io ve li racconterò così. 

Non ci saranno vere ricette, né scadenze regolari. Soltanto stati d'animo fatti colore. Un'immagine e un paio di righe. Solo il racconto alternativo di una ricorrenza, da consumare una volta tanto in un paio di morsi appena. 

Non avrei potuto cominciare in altro modo, d'altronde. L'evento che questo weekend mi porterà a Trieste è anche un ottimo pretesto per un paio di tappe obbligate:  una è il vecchio Caffé San Marco, che ha da poco riaperto in un surplus di letterarietà. L'altra, ancor più invitante, è la nuova pasticceria Ginger, che mi aspetta (indovinate?) proprio con il banco pieno di cupcakes.


Ginger Tea and cakes (foto: TriesteSocial, Instagram)




Descrizione: 

Comincio con la Barcolana perchè per me è sempre stata un pretesto più che una regata. Perchè il mare si fa vela, certo. Un'unica, democratica, vela che affianca professionisti ed amateurs. Uno spettacolo da sold out sulle scogliere e sui moli. Ma io ho sempre preferito la vigilia. Il Sabato. Il faceto. Il giorno in cui la città celebra se stessa, nel suo legame ancestrale con il mare. Una città strana, cresciuta sui fischi striduli del vento tra le pareti dei vecchi edifici. Inasprita dai saliscendi. Spigolosa sugli autobus e nelle zeta di un'accento. Una città diffidente, schizofrenica, che inventa all'orizzonte montagne che non ha, e lo fa soltanto per attirare l'attenzione. 
Ecco: questa città, Trieste, il Sabato della Barcolana riesce ad aprirsi al mondo. E, più di ogni altro momento, è in grado di farti innamorare. 



Ingedienti per la base:

- Svariate decine di stand enogastronomici e/o di artigianato
- Stampini di gazebo bianchi. 
- Pr che regalano gadget q.b. 
- Colorante di umanità variopinte accalcate sui moli (abbondate pure)
- Barche a vela di ogni genere e dimensione

Ingredienti per il topping: 

- Alcol come se piovesse (spritz, vino o superalcolici a piacimento)
- 100 gr. di Aroma di salsedine
- Una spruzzata di Vento di Bora
- 50 gr. di Social Network (Twitter e Instagram, soprattutto: da quest'anno potete seguire la Barcolana grazie all'account TriesteSocial oltre al solito RegataBarcolana
- Malika Ayane che gorgeggia Aggratis


Versate gli stand nei gazebo bianchi e disponeteli ai bordi del molo. Spruzzateli generosamente di umanità variopinte e aggiungeteci i PR che regalano gadget. Mescolate e lasciate riposare. 
Nel frattempo, disponete le barche in quadrupla o quintupla fila sul molo. Aggiungeteci ulteriore umanità, attribuendo ad ogni esemplare umano una quantità di bicchieri di vino pari al numero di barche che dovrà attraversare per raggiungere la propria. Infornate per 20 minuti, fino a quando non otterrete un grado soddisfacente di marinai ubriachi (ve ne accorgerete dai canti folkloristici cantati a squarciagola). Lasciate raffreddare. 

Unite in una ciotola alcol, aroma di salsedine, social network e Malika Ayane (possibilmente lamentadovi perchè avreste preferito che chiamassero a suonare qualcun altro: viene meglio). Amalgamate il tutto e montate a neve gli ingredienti con l'aiuto di una spruzzata di vento di bora (più freddo è e meglio è). Insaporite a piacimento con il caratteristico odore di libri antichi che aleggia per certe strade di Trieste. Mettete il tutto in una tasca da pasticciere e coprite la base. 

Decorate a piacimento. Per l'occasione, data la concomitanza con il día de la hispanidad, suggeriamo un pizzico di italospagnolismo e fiori in stile Fiestas del Pilar

Bon appetit. 

domenica 6 ottobre 2013

Piú simpatico di uno spagnolo che fa paragoni.

La vera natura di un popolo - ne sono convinta -si capisce dalle sue conversazioni. A ben vedere é anche per questo, se amo gli spagnoli. Perchè sono fissati con i paragoni. Tu ci parli per un po' e...zac! Ti piazzano in mezzo alla frase una comparazione umoristica di massima efficacia. Sempre geniale. Molte volte spiazzante. Spesso poco diplomatica. 'Na roba tipo "sei più pericoloso di Michael Jackson in un asilo", per intenderci. 
Se non ci sei abituato a te scappa da ridere, è inevitabile. E loro ti guardano straniti, chiedendosi con tutta probabilità cosa diavolo ci sia di divertente in una battuta ormai entrata da anni a far parte del dire quotidiano.

Ecco: quelle comparazioni, per me, sono l'anima stessa della gente spagnola. La descrizione perfetta di uno spirito scherzoso. Di una vita vissuta col sorriso sulle labbra e una disperata voglia di prenderla alla leggera. 

In tutti questi anni, nel corso delle mie scorribande nella Terra di Cervantes, ho avuto modo di ascoltarne parecchie. E oggi ho scelto di elencarvi le mie preferite, in originale e traduzione italiana. Se ne conoscete altre, al solito, sentitevi liberi di segnalarmele. In caso contrario, spero strapperanno una risata anche a voi. Perchè è dalle risate - quasi sempre - che poi nasce l'amore. 

- Más perdido que un pulpo en un garaje
Più perso di un polipo in un garage. 





- Más feo que El Fary chupando limones

Più brutto de El Fary che succhia limoni.
(Per la cronaca, El Fary è questa personcina qui sotto )





- Más líado que la pata de un romano
Piú incasinato della gamba di romano.

(Líado, letteralmente, vuol dire anche "intricato", "ingarbugliato", insomma, un po' come avvolto da corde o fili. Saputo questo, pensate ai sandali degli antichi romani.)



- Más breve que el vocabulario del Correcaminos
Piú breve del vocabolario di Bee-Beep.



- Más feo que el parto de Mick Jagger

Piú brutto del parto dI Mick Jagger.




- Más feo que mandar a la abuela a por droga
Piú brutto che mandare la nonna a comprar droga. 

- Más feo que pegarle a un padre
Piú brutto che picchiare un padre (da notare che c'é anche la variante peggiorativa "más feo que pegarle a un padre con un calcetín sudado", cioé: "piú brutto che picchiare un padre con un calzino sudato") 



- Más agobiado que el fontanero del Titanic

Piú in ansia dell'idraulico del Titanic.

- Tener más hambre que el tamagochi de un sordo
Avere piú fame del tamagochi di un sordo.




- Más feo que una nevera por detrás
Piú brutto di un frigorifero visto da dietro.




- Más falso que el pelo de un playmobil
Piú falso dei capelli di un playmobil.





- Estás más buena que comer el pollo con las manos


Sei piú buona che mangiare il pollo con le mani.

(in realtá "estar buena" significa in linguaggio colloquiale "essere figa", un po' come il "sei bona" romano, in fondo.) 




- Más contento que un perro con dos colas
Piú contento di un cane con due code. 




Allora? Qual é il vostro preferito?