giovedì 13 febbraio 2014

Marco Mengoni Goes to Spain (e tutte le postille del caso)


Marco Mengoni debutta sul mercato spagnolo. Il che, peraltro, non farà che alimentare la convinzione tutta iberica per cui la lingua italiana sia composta in gran parte da suffissi in -ni. Sono tutt'ora convinta che Nek, il nome d'arte, se lo sia scelto anche un po' per quello. 

Comunque. 

La notizia - che si merita a tutti gli effetti il titolo di "italo-spagnolismo della settimana"-  implica inevitabili postille. In primis, urge commentare l'originalità dei titolisti nostrani: gli ci sono voluti all'incirca due secondi e tre sorrisetti compiaciuti a intasare il web di "#prontoacorrere in Spagna". Geniali, davvero. Me li visualizzo che si sfregano le mani, beandosi della propria indicibile e affatto banale intuizione. 

Poi, l'elogio del Do ut Des, meglio noto come "scambio di figurine Panini". Chè, insomma, se un cantante italiano della Sony va in Spagna, giustizia vorrebbe che un cantante spagnolo della Sony venga in Italia. Giusto? É una questione di par condicio. Di flusso bidirezionale di capitali investiti. Di equilibri mondiali tra ciuffi della musica pop. Perché il cantante deve avere il ciuffo, é chiaro. Sennó che razza di scambio equo sarebbe?

(Ogni riferimento a fatti e Dan...ehm, persone é puramente casuale eccetera)





Quindi niente. Starei anche qui a raccontarvi i fatti miei, ma la stanchezza post-lavorativa e il filtro Valencia di Instagram auto-installatomisi a mezzo polvere sulle lenti degli occhiali mi impongono di essere breve. Oltrettutto, raccontandovi di me dovrei menzionare vicessitudini tragicomiche quali:

- Litigi con rappresentanti molesti di non so piú quale ditta;
- Scivolate rovinose su lastre di ghiaccio;
- Vecchiette che svengono al semaforo; 
- Giovani pulzelle assonnate che bussano per mezz'ora alla porta dell'ufficio prima di accorgersi di aver sbagliato piano. Per poi scrivere di sé in terza persona plurale.

E quindi, insomma, non é che ci farei 'sta gran figura. 

Meglio Mengoni, allora. Che c'avrá anche la desinenza in -ni, ma tutto sommato non una brutta pronuncia. La sonoritá di "Aunque el mundo cae en pedazos", poi, vale giá da sola tutta la canzone. Che volete? Resto pur sempre una filo-ispanica. Come tale, manco a dirlo, a me questo brano piace molto di piú cosí. 


Nessun commento:

Posta un commento