sabato 13 giugno 2015

La vita a Barcellona raccontata con le Gif.


Tumblr è il paradiso delle Gif. Che, per chi non lo sapesse, sono quelle simpatiche immaginette animate che i ggggiovani usano per esprimere in modo ironico i loro stati d'animo sul web. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che proprio da quel social network arrivi il nuovo fenomeno virale dei viaggiatori. Trattasi di un parto infinito di post intitolati "when you really live in" e "when you live in...": elenchi assemblati da locali (nel primo caso) o da stranieri  (nel secondo) che, trapiantati in una determinata città o Nazione, si divertono a descriverne i lati più emblematici. Solo che non lo fanno utilizzando le parole, ma impiegando - per l'appunto- le gif. Mi rendo conto che, detta così, sembra una roba un po' strana; Eppure vi assicuro che i risultati sono divertenti. Di più, portano all'immediata immedesimazione di tutti coloro che, per motivi di studio o lavoro, si siano trovati nella stessa situazione. La versione spagnola di Traveler ha riportato, in uno dei suoi blog, un mix dei punti più significativi espressi da due diversi post di questo genere con protagonista la città di Barcellona. A beneficio dei non autoctoni, ha inoltre arricchito il tutto con qualche linea esplicativa che non solo aiuta a far capire il motivo delle singole gif prescelte, ma le correda di qualche dettaglio interessante . Dato che la città catalana è una delle mete ispaniche più frequentate dai nostri connazionali, ho pensato che qualcuno di voi avrebbe potuto gradirne una traduzione italiana. Buona lettura, perciò. E buona visione. 

1. Quando qualcuno ti dice che hanno aperto un Gin Tonic Bar, un altro locale di "Hamburger Gourmet" o un nuovo negozio di cupcake in città. 




I Gin Tonic bar, gli hamburger gurmet, i negozi di cupcake... Barcellona è una di quelle città in cui le mode gastronomiche si diffondono a velocità della luce e in cui non si sa quanto molte di loro possano sopravvivere. Se poi non c'è posto per tutti, ci si potrà sempre riconvertire in un negozio di frozen yogurt o, ancora meglio, di té con bolle (che però, le bolle, non le ha, ndt).

2. Quando vedi un turista con addosso un sombrero messicano sulle Ramblas

Questo è uno dei fenomeni che meglio esemplificano l'aspetto negativo del turismo. E' sempre piaciuto molto guardare dall'alto in basso i prepotenti yankees, criticandoli perchè non sanno che la Spagna non è l'America Latina, eppure ecco che uno dei souvenir più venduti della città è parte di questo equivoco culturale, con l'imprescindibile collaborazione dei negozi del settore. Il Comune ha cercato di rimediare potenziando prodotti che lo imbarazzino meno però, sì, continua ad accadere. 

2. Quando dico ai miei amici che mi trasferisco a Sant Antoni. 





Traveler aveva già parlato della rinascita del quartiere di Sant Antoni attorno alla calle Parlament qui. E, dal momento che non c'è niente che piaccia di più agli hipster che rifiutare tutto ciò che sta diventando mainstream, forse è arrivato per loro il momento di volare verso quartieri in cui la bolla del "cool" debba ancora scoppiare.

3. Quando ti rubano la bicicletta... 
Per la prima volta... 
Per la terza volta.



Alzi catena e lucchetto chi usa abitualmente la bici senza che gli sia mai stata rubata. 

5. Quando restituisci la tua "bicing" e c'è solo un posto libero




Utilizzare una bicicletta pubblica non è un buon motivo per avere dei dispiaceri. Il Bicing era il trasporto ecologico, economico, moderno ed europeo (aggettivo che è stato sempre legato alla città e fa la gioia delle autorità) che Barcellona doveva avere. Così, nel 2007 si impiantò questo servizio di bici urbane, non perchè venissero usate per passeggiate di relax ma per favorire trasporti che disintossicassero un po' la rete di metro e autobus. Era un'idea talmente buona che si aspettavano 15.000 utenti e ne sono arrivati 150.000. L'assenza di servizio sufficiente a causa di questo errore di previsione si riscontra ancora oggi. 

6. "Moritz gratis all'inaugurazione di una galleria" 



L'altra birra di Barcellona è fedele compagna di eventi, presentazioni e serate di stile più o meno artistico in posti tipo il Mutt. 

7. Quando i turisti o espatriati si rendono conto che i locali, effettivamente, parlano catalano.



Ebbene sì, continua a sorprendere questo argomento, fonte di eterne ed interminabili polemiche linguistiche e culturali che di solito vanno a parare in: "sono stato a Barcellona, ho chiesto una cosa in spagnolo e mi hanno risposto in catalano". C'est la vie. 



8. Quando stai bevendo una lattina di Estrella Damm al Macba e, all'improvviso, appaiono i Mossos. 







Bei tempi quelli in cui il divieto di bere per strada per ordine civico era una delle principali minacce alle libertà individuali! 



9. Quando un amico che viene a trovarti vuole andare a cena sulla Rambla. 





Questo punto illustra bene la triste realtà per cui nelle città più visitate ci sono alcuni luoghi per cui i locali non possono (né vogliono) più passare. Le Ramblas sono l'esempio Barcellonese per eccellenza del luogo da cui fuggono spaventati quelli che vivono in città e a cui si recano in massa i visitatori. Inoltre esemplifica quel sorriso di leggera condiscendenza che si disegna sulla faccia di chi è arrivato da poco in un luogo ma sa già leggere i codici di ciò che è o non è appropriato. 



10. Quando qualcuno ti dice che ha in mente di restare solo sei mesi. 






Effettivamente la città ha qualcosa che fa sì che, al di là di tutte le sue pose, scomodità ed orrori vari, questo sia il punto più azzeccato di tutti. 



Trovate l'articolo originale di Traveler, in lingua spagnola, a questo link





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