domenica 20 settembre 2015

Tutto quello che pensate dell'Irlanda è sbagliato.


"Le avete viste le caprette in mezzo al verde?"

La risposta, naturalmente, è no. Non potrebbe essere altrimenti, quando il roboare costante dei voli Ryan Air ti fa lo stesso effetto di cinque camomille mescolate a Valeriana. Eppure sarebbe stata romantica, come immagine di apertura. L'introduzione perfetta a un docu-film immaginario che avrei potuto trasferire dai ricordi alla parola. Mi sembra quasi di sentirci la colonna sonora di Enya.

Il mio primo impatto con Dublino, invece, è il vento freddo che si insinua nella giacca. Un cielo gravido di pioggia sottile. La fila ordinata in attesa dei taxi allo sbocco di un corridoio con le pubblicità di Amazon. Sono qui - incredibile a dirsi! - per un viaggio di lavoro. Non mi sono documentata sui monumenti da visitare nelle poche ore libere. Non ho percorso con Google Street View la strada per l'appartamento preso su AirBnB. E adesso, stranita dall'assenza del guidatore davanti al mio posto sulla sinistra, sento il peso di tutti i preconcetti che - un kilometro alla volta- piano scivola via.

Dai finestrini, la Capitale d'Irlanda già mi rivela uno spirito anglosassone un po' più raffinato. I pub, uno più bello dell'altro, invitano a godersi birre e musica live. Le porte colorate, sulle case di mattoni, sembrano intonarsi ai tanti fiori che abbelliscono le vie.

Il taxista ha un accento strano. Dice but con la u. Parla dell'edificio del Parlamento, che avrebbe ispirato nientemeno che la Casa Bianca. Ci sconsiglia caldamente di ordinare da bere al Temple Bar. 



Devo concentrarmi un po' per capirlo bene. Non appena ci riesco, però, mi accorgo della sua immensa gentilezza. Ci sta spiegando come arrivare in centro. E, mentre parcheggia davanti all'ingresso di quella che definirei a tutti gli effetti una suite da scrittori, ho già capito che questo posto mi piacerà da morire. Nonostante non sia Spagna. Nonostante sia Nord. Nonostante (o proprio perchè!) tutto ciò che immaginavo dell'Irlanda si rivelerà sbagliato.

Ché, ad esempio, non è vero che fa buio presto. C'è luce quasi fino alle nove, complice di un via vai allegro e incessante tra le strade e i locali. E non è vero che si cena alle sei. I ristoranti tengono la cucina aperta fino alle 10, riempiendosi verso le otto/otto e trenta. Scordatevi persino lo stereotipo dei ragazzi pallidi, con le lentiggini e i capelli rossi: per lo più sono variamente molto belli, invece. Affascinanti, cortesi e con degli occhi azzurri in grado di mandarti fuori di testa.

A Dublino si mangia bene. Certo, non sarà la cucina mediterranea, ed è pur vero che tendono a proporti contorni di verdure un po' scondite. Ma c'è dell'ottimo salmone. Dell'ottima carne cotta nella Guinness. Ci sono le patate preparate in mille modi e le sempre confortanti "soup of the day" a scaldarti la gola in apertura dei pasti. Se sai dove andare, puoi trovare addirittura un buon caffè.

Per quel poco che ho potuto conoscerla, Dublino è una città giovane che crede nella sua musica e aiuta le sue startup (ci sono delle iniziative di finanziamento a quanto pare molto valide). Dimostra il suo carattere nella cura dei dettagli che ne caratterizza negozi e locali. Nell'efficienza di ogni suo servizio. Nel sorridente orgoglio dei suoi abitanti.

Ne ho adorato il quartiere più storico. Il paesaggio un po' malinconico dei Docks (rivelatisi la zona in assoluto più italo-spagnola della città!) al tramonto. Le architetture di Wellington Quay. La fabbrica della Guinness, trasformata in una sorta di museo interattivo di sette piani che culmina in una pinta gratis da sorseggiare con vista della città. L'aria, lì attorno, ha un odore appena un po' più dolce di quello del caffè tostato. E potrà sembrarvi anche strano, ma ogni tanto - con un po' di fortuna- sulle pareti in vetro filtra uno splendido e tiepido sole. 





Sono salita sul taxi per l'aeroporto. La radio, per qualche assurdo disegno del Destino, trasmetteva Besos de El Canto del Loco. 

C'è un angolo di Spagna anche nel cuore d'Irlanda; Ed è stato bello poterlo scoprire. 



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