domenica 4 ottobre 2015

Nuove uscite in Spagna: Cris Méndez e gli Estopa


Se nell'autunno c'è un lato positivo, è la quantità di nuove uscite musicali. E, parlando di Spagna, ce ne sono almeno due che proprio non posso non segnalare. 

La prima è Cris Méndez, omonimo esordio solista di quella che avevo conosciuto come corista di Dani Martín. Mi piace vantarmi di aver contribuito a finanziarlo io stessa, facendo riferimento al piccolo contributo dato all'apposita campagna di crowdfunding. Il lavoro ha visto la luce in ritardo, sotto etichetta Warner, trasformandosi da EP in vero e proprio album di otto tracce.



Non dovreste perdervelo perchè Cris ha una voce davvero molto bella, che sposa a melodie orecchiabili nel più classico stile pop. Oltre alla mia amata Vida - di cui credo di avervi già parlato - non posso non suggerirvi l'attuale singolo Sube: un omaggio della cantautrice ai fan che l'hanno sostenuta, disponibile online anche in una versione a duetto proprio con il suo "mentore" Martín.






Degna di nota anche Tatuado, la cui diffusione sul web è stata garantita grazie ad un video caricato su youtube; e, tra le meno conosciute, Salir a Ganar: perfetto mantra motivazionale per un'iniezione di coraggio ed autostima: "tornerò a ridere e ad ignorarti", recita il testo, "uscirò a cantare dappertutto, ne uscirò vincente ". 






E poi ci sono gli Estopa, che come ho più volte ricordato sono sempre stati in qualche strano modo legati alla genesi e allo sviluppo di questo blog. Dopo lunga assenza, i fratelli Muñoz sono tornati sulle scene con "Rumba A Lo Desconocido": album di inediti che comprende il classico gioco di parole nel titolo (quasi un marchio di fabbrica, per loro!), una copertina - parliamoci chiaro- veramente brutta, e qualche incursione su terreni musicali più rock. Ma sono sempre loro, e si fanno sempre amare. 



Tre, in particolare, sono i pezzi che consiglio. La malinconica Estatua de Sal, nelle più tipiche sonorità Estopa. Gafas de Rosa, scanzonata deriva ironico/satirica dei difetti della società spagnola, che invita a "rilassarsi e godersi il proprio Paese" in un'indovinata serie di amari sottintesi che spaziano senza dirlo tra corruzione politica, indifferenza e credo.

"Poi possiamo andare a festeggiare nella piazza del paese come facevamo anni fa; sappiamo tutti come organizzarci, sappiamo che ne siamo in grado. Possiamo sempre alienarci in qualche religione, con il passare degli anni, nonostante i danni, gli danno ragione. Possiamo anche affiliarci ad un partito im-popolare : ti proteggono dallo Stato, sono i migliori"






E, poi, soprattutto, Mundo Marrón, che mi sono giá spinta a definire la "Ya no me acuerdo" degli anni dieci. Trovo il testo di questa ballata romantica di una bellezza struggente. Oltretutto, la mia mente bacata vi ritrova un sorprendente agglomerato di rimandi non voluti ad immagini contenute nel titolo di alcune delle mie canzoni italiane e spagnole preferite. E' augurandovi un buon ascolto (ed invitandovi, se lo vorrete, a divertirvi a cercarli) che ve lo traduco a seguire.







Mondo marrone 

Estopa

Bruciano tutte le stelle, mi rigiro nel letto
Il fondo di una bottiglia non sa niente
di 
quello che mi succede, lo racconto al mio cuscino. 
Io seguo la tua comparsa, mangio la tua marmellata. 
Se le tue labbra sono stanche di parola, 
a forza di chiedermi se il cielo è vero, 
o è un'altra farsa... 

Sarà di cartone, sarà di ghiaccio, 
sarà il solletico quando mi sfiorano i tuoi capelli, 
Sarà di cemento, saranno i tuoi occhi neri,
Sarà il tempo passato senza infilarmi nel metro, 
Sarà che il mio cuore è un'auto senza freni, 
Sarà il mio mondo marrone
E la mia anima in bianco e nero. 

Io conosco solo il cielo della tua bocca e mi avveleno
Con i baci che ci diamo
con il desiderio che sentiamo, 
e con il poco che ci mettiamo a sentire la nostra mancanza... 

Si spengono tutti i lampioni, salgo in terrazza
la prima luce dell'aurora mi ha svegliato 
da questo dolce sogno
che anche se non ne ho il controllo 
perchè ultimamente sogno solo a colori, 
sogno solo con diversi sapori 
e dall'inferno io cerco di chiederti
di cos'è fatto il cielo dei nostri cuori 

Sarà di cartone, sarà di ghiaccio, 
sarà il solletico quando mi sfiorano i tuoi capelli, 
Sarà di cemento, saranno i tuoi occhi neri,
Sarà il tempo passato senza infilarmi nel metro, 
Sarà che il mio cuore è un'auto senza freni, 
Sarà il mio mondo marrone
E la mia anima in bianco e nero. 

Io conosco solo il cielo della tua bocca e mi avveleno
Con i baci che ci diamo
con il desiderio che sentiamo, 
e con il poco che ci mettiamo a sentire la nostra mancanza... 

e anche se cantano le sirene io resto qui al tuo fianco, 
con il cuore spettinato, 
che sogna di essere un vagabondo che vuole seguire i tuoi passi 
i tuoi passi, i tuoi passi, i tuoi passi. 










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