domenica 14 febbraio 2016

Cose che salvo di questo Sanremo.

Doveva essere solo una riflessione estemporanea da condividere su Facebook, ma - come spesso accade, specie dopo una sbornia televisiva lunga cinque giorni - mi sono fatta un po' prendere la mano. I bilanci, in fondo, mi sembra giusto e doveroso pubblicarli anche qui. 

E quindi eccole, le (poche) cose che salvo di quello che personalmente credo sia stato uno dei Sanremo più noiosi e musicalmente brutti degli ultimi tempi:


1. Francesco Gabbani, che per me si chiama e si chiamerà sempre Federico. Si merita la vittoria nei giovani, il Bardotti (la cui assegnazione, tra parentesi, non mi delude quasi mai), il premio della critica, i coriandoli, la speranze ritrovate in un futuro roseo e magari anche uno stilista nuovo.



2. Chiara Dello Iacovo, di cui non ricorderò probabilmente mai il cognome. Perchè se non altro qualcuno ricorda ogni tanto che il concetto di ritmo esiste ancora e che il vocabolario, nei testi, può spingersi un filino più in là del cuore-amore.

3. Ruggeri. Perché la sua era la miglior canzone tra i big, senza se e senza ma. Punto.

4. Hozier. Anche se il modo in cui Conti tratta gli ospiti stranieri si conferma imbarazzante. Cioè, lo paghi fior di quattrini, lo fai salire sul palco a mezzanotte e quarantasette minuti, gli fai cantare il singolo vecchio e lo liquidi senza manco chiedergli, chessò, che tempo fa in Irlanda o se va tutto bene a casa. Bah.

5. Elisa. Perché il suo “BON DAI” mi ha fatto scoprire un insospettabile campanilismo della serie “Monfalcón xe mejo” (ma poi, mejo de che?) e perchè aveva un vestito semplice e bellissimo. A quelli che si sono messi a twittare battutine sul fatto che è piatta volevo dire NO ALLA DISCRIMINAZIONE. NO AL BULLISMO. ‪#‎RespectForPiatte‬.


6. Virginia Raffaele, perchè ha dato un senso a tutto ciò.

7. Rocco Tanica, perchè mi fa sempre sbudellare dalle risate.

8. Morgan che non riesce a togliersi la giacca, probabilmente il miglior momento del festival in assoluto. Forse anche della televisione italiana.



9. I tweet, che (non prendiamoci in giro) sono sempre la migliore nonché principale nonché forse unica ragione per seguire il festival. Quest’anno la mia personale top 3 dei commentatori in centoquaranta caratteri è stata composta da: @zziagenio78, @esccanada (premio rivelazione Twitter‪ #‎sanremo2016‬) , e @alessioviola .

Detto questo, direi che possiamo finalmente archiviare anche questa kermesse, rimettere sotto naftalina Irene Fornaciari per un altro annetto e DIMENTICARE TUTTO CON UN AMEN. AAAMEN. AAAAAMEEEEEN.

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