sabato 21 maggio 2016

Las Ganas.


Non è mai solo una canzone. Non con lui. 

Passano gli anni, ma l'uscita di un singolo di Dani Martín è ancora per me una specie di evento epocale. É come se lo caricassi della responsabilità ingrata di scandirmi le fasi della vita. Come se a ispessire quella voce fosse in realtà il peso dei ricordi che porta con sé. 



Premere play è inspirare odore di mare e d'asfalto, gravido di pioggia appena scesa e di speranze da stracciare. É il fading involontario delle conversazioni mentre ti addormenti su una macchina non tua. I sacchi a pelo lasciati (lanciati!) su una sedia in aeroporto. Le luci di Barcellona. La consistenza umida dell'afa sulla pelle in qualche paesino della Spagna, Costa Est. E "vaffanculo", in italiano. Una porta che sbatte. I segni delle transenne, violacei, sui gomiti. "Dormi un po', facciamo a tempo". Il dolore al collo. Le hall degli alberghi a cinque stelle. Gli accordi di una chitarra, un po' pic nic, un po' falò. Quella volta che alle quattro del mattino (ahahaha) mi girava il mondo attorno alla vodka lemon. "Ma chi aspettano?" "Me!". Lo sguardo perplesso di un taxista. Dormire in quattro in una stanza doppia. Il vissuto pop più rock and roll di sempre. Al gusto di crema solare, di panini con la tortilla, di lacrime salate e notti di Luna piena. 

E poi eccomi qui, di nuovo. Io che avevo affidato all'avanti veloce il compito di spazzare via ogni delusione dall'iPod. Io che ho scoperto in suggestioni d'America che la musica è più bella quando è musica e basta. Senza gli abbracci e l'influenza e l'ossessione e le dicerie e le malevolenze e i regali e le porte sul retro e i cartonati e i tweet senza risposta e gli urli delle ragazzine e le lettere alla Sony e l'infinita- Dio, tremenda!- stanchezza che subentra alla passione in un porto di Gandía. Quando dici "basta". Punto a capo. Cammino altrove. E il fardello dei tuoi trent'anni diventa di colpo più pesante di tutto il groviglio degli istanti passati.

Lo diceva anche lui, in qualche intervista: "Al final, sólo quedarán canciones".
E voglio davvero credere che sia così, mentre ascolto Las Ganas.

É uscita ieri, anteprima del nuovo disco registrato ad Abbey Road. 

Ché non avevo potuto fare a meno di pensarci, a quel mattino di Málaga. A un cd che passa dalle mie mani alle sue, alla conversazione che ne era seguita. Quello stesso studio. Un documentario. Le canzoni della band che non esiste più. M'era venuto da sorridere. Il piano. L'orchestra. Le strisce pedonali. Io che anche quella volta avevo sentito l'esigenza di mettere distanze tra me e la musica che ascoltavo, solo per riprendere ad amarla come prima.
Forse dovrei semplicemente smetterla di vedere segni dappertutto. Perchè di Las Ganas quel che davvero conta va al di là del modo in cui l'ho ascoltata. Quasi in apnea. Col sospirone finale, sonoro, in cui tutti quei ricordi, d'improvviso, sono al contempo usciti, tornati e andati via. 

Chiamatela catarsi. Chiamatelo deja vù.

Ma le chitarre, in quel brano, ricordano El Canto del Loco. Sono, di nuovo, il mix di sound internazionale e lingua spagnola che mi aveva conquistata e cambiata per sempre in quel lontano 2006. Sono passati dieci anni. Dieci anni esatti, di tutto e di niente. E, proprio, mentre penso di tornare in Spagna, un live di Periscope dichiara più plausibile addirittura un duetto col cugino.

Ci vedo dentro dei segni perchè tutto sta cominciando a somigliare troppo alla trama di uno dei miei tanti libri mai scritti. Pensato e basta, perchè non sono mai stata in grado di inventarmi un finale. Ma in fondo non importa. Alla fine resteranno solo canzoni, anche se solo canzoni non saranno mai. E saranno, invece, punti fermi nel cambiamento continuo della mia vita. Rassicuranti dentro ogni paranoia. Belle come Las Ganas (ma anche come dibujas, l'altro brano svelato appena ieri, più morbido e imbevuto di Madrid). Intense come l'esigenza che ho, e forse avrò sempre, di farle ascoltare anche a voi. 

E quindi bentornato, Dani Martín. 


La Voglia
Dani Martín 

Cade il soffitto,

non riesco a respirare.
Cosa avremo fatto perchè tutto andasse storto?

Si sono disfatti il cielo e la casa
E quello che c'è dentro non si è potuto salvare. 



E dove andrà a finire tutta la voglia di amarci ancora? 

Se l'è portata via la nostra voglia di volare. 
E dove andrà a finire tutta la voglia di lottare ancora?

Si brucerà con l'ambizione. 

E me lo sento, che farà ancora più male.
E i ricordi incendiano il luogo, 

continuano a bruciare, non smettono di portare via tutto

Credo che il tempo non li voglia spegnere. 


E dove andrà a finire tutta la voglia di amarci ancora? 
Se l'è portata via la nostra voglia di volare. 
E dove andrà a finire tutta la voglia di lottare ancora?
Si brucerà con l'ambizione. 


E lasceremo che scappino altri momenti, 


sempre cercando di fare in modo che ci sia altra luce dopo la luce. 
E lasceremo che vincano tante paure, 


e la realtà è che mi sveglio e non ci sei tu. 


E dove andrà a finire tutta la voglia di amarci ancora? 
Se l'è portata via la nostra voglia di volare. 
E dove andrà a finire tutta la voglia di lottare ancora?
Si brucerà con l'ambizione. 


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