lunedì 30 gennaio 2017

Musica d'attesa.

"Aggiungi brano alla playlist", e m'ubriaco di gratitudine semplice. Ci sono periodi in cui più di altri le canzoni sembrano parlare a tutta te stessa. Alla pelle, alle orecchie, a quel qualcosa di profondo e inesplicabile che riempie e scalda dentro di un indefinibile star bene. Sono giorni in cui riscopri vecchi brani, in cui trovi finalmente il nome dell'autore di quel motivo che ti si è conficcato in testa dalle frequenze di una qualche radio accesa; Giorni in cui il sapore della primavera sembra schiudersi in nuove uscite belle da far commuovere. E per quattro minuti - Repeat; Altri quattro; Repeat- tutta la delusione degli appuntamenti mancati e tutta la stanchezza di un sole poco sfruttato svaniscono di botto dentro alla felicità. 

Non c'è stand by senza colonna sonora. Per questo, mentre aspettate i risultati degli Italo-Spagnola Awards, vi propongo una selezione musicale di lingue alternate che spero troverete molto, moolto meno fastidiosa di quella dei call center di telefonia. 


Brunori è uno di quegli artisti che riescono a raccontare un'era partendo dai più semplici dettagli quotidiani: il talento in assoluto che più invidio. Canzone contro la paura è il conforto di un pensiero condiviso oltre che, per me, la vera chicca di A casa tutto bene

"Ma non ti sembra un miracolo / che in mezzo a questo dolore / e tutto questo rumore / a volte basta una canzone, anche una stupida canzone/ a ricordarti chi sei?"






Spogliatosi dal nome d'arte e uscito dalla breve parentesi indie, "El Pescao" ci regala adesso l'album migliore della sua carriera solista. Ho intenzione di dedicarci un post ad hoc, ma intanto cominciate ad ascoltare "Me Voy". Ecco cosa significava quel "musica: David Otero" che leggevamo sui libretti de El Canto del Loco. 





La mia tardiva rivalutazione dei Baustelle continua. Amanda Lear è la conferma di un idillio cominciato con Lili Marleen, e credo che dovrebbe essere inserita in un qualche manuale sul miglior modo per evocare immagini attraverso le parole. O - che poi è lo stesso - su come raccontare storie usando la forma canzone. 




Forse aspettava me. Sabina ci ha messo otto anni a sfornare un nuovo album di inediti: esattamente lo stesso tempo che ho impiegato io a tornare a vivere a Málaga. Se nel 2009 salutava il mio Erasmus con "Vinagre y Rosas", il prossimo mese di Marzo tornerà con "Lo niego todo". Alla produzione c'è Leiva, e il primo estratto - omonimo - fa sperare nei fuochi d'artificio. 




Del verso "I mezzi sogni da mezzi addormentati magari li ritwittiamo" ho fatto subito un mantra personale. Questo, contenuto in Made in Italy, non sarà forse il miglior pezzo di Ligabue, e tantomeno il più originale: è curioso, tuttavia, come il testo racconti in un certo senso la causa sottintesa che un giorno m'ha messa su un aereo.






L'evoluzione di Melendi, se solo ci pensi, può lasciarti sconcertata. É passato dall'essere un tizio rasta e incasinato che cantava di marijuana a ritmo di rumba al reincarnarsi in un omino tirato a lucido che sperimenta ad ogni album con nuove sonorità. Quelle di Desde que estamos juntos, orecchiabili in modo quasi ossessivo, ti trasportano a Cuba, per un'iniezione di allegria istantanea. E sarà pure commerciale quanto vuoi, ma l'esperienza mi insegna che non sarebbe Málaga senza la sua voce dentro alla mia soundtrack. 







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