giovedì 2 marzo 2017

FIMAF, o la mia prima sfilata di moda flamenca

Almeno due cose risultano subito chiare quando assisti alla tua prima sfilata: La prima è che le modelle di moda flamenca sono un'arma letale contro l'autostima. Ma sul serio. Ho visto tracce di bavetta scendere dai lati della bocca di un tizio imbambolato in prima fila. La seconda, che il sottofondo di commenti dei vicini di posto vale il prezzo del biglietto già da sé. Capti asserzioni tipo: "Ése no me gusta, si parecen las cortinas del salón"; Cori di approvazione con vocali allungate in stile "qué bonitooo por favo'!". Dubbi amletici come "Pero por qué carajo les pondrán tantas flores?". E, in definitiva, ti diverti da morire. 

Avete capito bene: Domenica scorsa ho giocato a improvvisarmi fashion blogger nell'ambito del FIMAF, la nuova fiera di settore che da soli due anni trova spazio al Museo automovilístico y de la Moda di Málaga. In fondo a un campionario di espositori che sembra una riproduzione in miniatura del SIMOF (sorteggi-a-cui-non-vinco-mai-niente-compresi) per un paio di giorni si sono alternate in passerella le creazioni di alcuni importanti designer del cosiddetto mondo dei volant. Tra i miei tanti impegni andalusi sono riuscita a ritagliare uno spazietto per la sfilata di Mof&Art Flamenca, che mi ha permesso di godermi un assaggio delle collezioni di ben 11 diversi stilisti.





L'impressione generale è stata di un'eleganza classica e minimale abbastanza in contrasto sia con quanto letto sui magazine dedicati ai trend per la feria de Abril, sia con quanto io stessa avevo avuto modo di apprezzare tra gli stand del salone sivigliano. A Málaga ho notato complessivamente molto più bianco e molto più nero, con tessuti a tinta unita, silhouette tradizionali "a chitarra" e un chiaro focus sulla schiena dato grazie a scolli impreziositi da pizzi, nastri e dettagli.






Si conferma invece la tendenza a puntare su maniche oversize e micro-volant, così come la persistenza delle frange e il mix di fiori e pois. 


Il brand Nuevo Montecarlo è quello che ha espresso forse al meglio il trend più interessante della stagione, che prevede abiti meno aderenti al corpo in favore di un maggior comfort e di una vestibilità adatta a tutte le taglie. 





Il capo più originale è stato invece, senza ombra di dubbio, la meravigliosa gonna double-face di Pepa Garrido, che permette di avere due capi in uno, per una personalizzazione quasi totale.





Pol Nuñez mi ha ricordato perchè è uno dei brand che ultimamente preferisco, applicando il suo caratteristico approccio colorato ad uno stile flamenco pret-a-porter: Dalla casacca a pois alla collana di echi etnici, più che su un tablao i suoi abiti li vedrei bene per un'occasione mondana o una serata estiva speciale. Spettacolare soprattutto il vestito a vita alta effetto "patchwork", diversissimo da tutte le altre proposte in circolazione. 





A livello di puro gusto personale ho adorato anche i capi firmati da Carmen Vega, che guarda caso pare che la stampa definisca "d'ispirazione italiana".





Per quanto riguarda le acconciature, i vicini avevano ragione: stando agli 11 designer di Mof&Art Flamenca, un solo fiore in testa non basta più. Abbondate, anche con colori non necessariamente abbinati all'abito. Grandi, piccoli, monocromatici o con accostamenti di tinte diverse, basta una passeggiata tra gli stand del FIMAF o un'occhiata alle vetrine del centro per capire che le opzioni sono pressochè infinite. 






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