mercoledì 28 giugno 2017

Riflessioni a caldo su #TATGranada17

NB: questo post è stato scritto di getto in una camera d'albergo di Granada, di ritorno dal più grande evento dedicato a Twitter del mondo.



Riemergo dal Talking About Twitter di Granada con due cartoni del latte (che poi dove li metto?), un gadget di utilità incerta, svariati nuovi follower, nessun premio (Hashtag non vinco niente, Sfiga Trending Topic) qualche nuovo following e una quantità di notifiche che al momento mi sembra inesauribile. 

Ci riemergo, soprattutto, con una sensazione di tristezza che non è comune, e tantomeno normale, quando vai ad un congresso per motivi legati al tuo lavoro. 

Insomma, dovresti essere felice quando finisce, no? Soprattutto se sei in una città come Granada e il giorno dopo hai qualche ora libera per fare del turismo prima di prendere un bus.

Invece. Ultima ad andarsene, come è mio l'ultimo tweet sul maxischermo. Ma la sensazione, alla resa dei conti, sembra diffusa. La gente, all'uscita, fa quasi fatica a togliersi il pass. Il commento più frequente è "Yo el año que viene vuelvo fijo". 

Parte del motivo, forse, sta nel fatto che noi che usiamo in modo assiduo Twitter finiamo per sentirci un po' una setta. Amiamo quel Social Network con un senso di appartenenza ed esclusività che è impossibile da spiegare, perchè non esiste, né forse potrà esistere mai, su nessun'altra piattaforma. E intendo tutti, eh. Non solo i pazzi come me, che ormai (me ne sono appena resa conto, con discreto imbarazzo) seguo praticamente mezza azienda. 

Quindi, al di là delle incredibili novità svelate, delle nozioni imparate, delle mille idee che già mi stanno germogliando nella testa, è stato bello sentirsi per due giorni un po' più vicini a quel mondo. Dare nomi a ruoli. Volti a nomi. Personalizzare imprese ed account. Perchè alla fine è questo che siamo tutti: persone. E gli spagnoli sanno dimostrarlo, consentitemi di dirlo, più e molto meglio di noi. Anche ai più alti livelli professionali. 

Riemergo dal #TATGranada17 sperando - e credendo fermamente - che diventerà ancora più grande negli anni a venire. Ed è per questo che, in attesa della prossima edizione, sempre che il testo riportato nelle foto si legga, vorrei condividere con voi la storia di questo evento. Ok, é in spagnolo. Ma, se capite la lingua, dedicateci cinque minuti. 


Ve lo chiedo perchè quella storia, per me, è anche la storia di come con pazienza e determinazione tutto può davvero accadere. 










E ora perdonatemi, ma la smetto di esaltarmi e vado a magnà.

Nessun commento:

Posta un commento