lunedì 30 gennaio 2017

Musica d'attesa.

"Aggiungi brano alla playlist", e m'ubriaco di gratitudine semplice. Ci sono periodi in cui più di altri le canzoni sembrano parlare a tutta te stessa. Alla pelle, alle orecchie, a quel qualcosa di profondo e inesplicabile che riempie e scalda dentro di un indefinibile star bene. Sono giorni in cui riscopri vecchi brani, in cui trovi finalmente il nome dell'autore di quel motivo che ti si è conficcato in testa dalle frequenze di una qualche radio accesa; Giorni in cui il sapore della primavera sembra schiudersi in nuove uscite belle da far commuovere. E per quattro minuti - Repeat; Altri quattro; Repeat- tutta la delusione degli appuntamenti mancati e tutta la stanchezza di un sole poco sfruttato svaniscono di botto dentro alla felicità. 

Non c'è stand by senza colonna sonora. Per questo, mentre aspettate i risultati degli Italo-Spagnola Awards, vi propongo una selezione musicale di lingue alternate che spero troverete molto, moolto meno fastidiosa di quella dei call center di telefonia. 


Brunori è uno di quegli artisti che riescono a raccontare un'era partendo dai più semplici dettagli quotidiani: il talento in assoluto che più invidio. Canzone contro la paura è il conforto di un pensiero condiviso oltre che, per me, la vera chicca di A casa tutto bene

"Ma non ti sembra un miracolo / che in mezzo a questo dolore / e tutto questo rumore / a volte basta una canzone, anche una stupida canzone/ a ricordarti chi sei?"






Spogliatosi dal nome d'arte e uscito dalla breve parentesi indie, "El Pescao" ci regala adesso l'album migliore della sua carriera solista. Ho intenzione di dedicarci un post ad hoc, ma intanto cominciate ad ascoltare "Me Voy". Ecco cosa significava quel "musica: David Otero" che leggevamo sui libretti de El Canto del Loco. 





La mia tardiva rivalutazione dei Baustelle continua. Amanda Lear è la conferma di un idillio cominciato con Lili Marleen, e credo che dovrebbe essere inserita in un qualche manuale sul miglior modo per evocare immagini attraverso le parole. O - che poi è lo stesso - su come raccontare storie usando la forma canzone. 




Forse aspettava me. Sabina ci ha messo otto anni a sfornare un nuovo album di inediti: esattamente lo stesso tempo che ho impiegato io a tornare a vivere a Málaga. Se nel 2009 salutava il mio Erasmus con "Vinagre y Rosas", il prossimo mese di Marzo tornerà con "Lo niego todo". Alla produzione c'è Leiva, e il primo estratto - omonimo - fa sperare nei fuochi d'artificio. 




Del verso "I mezzi sogni da mezzi addormentati magari li ritwittiamo" ho fatto subito un mantra personale. Questo, contenuto in Made in Italy, non sarà forse il miglior pezzo di Ligabue, e tantomeno il più originale: è curioso, tuttavia, come il testo racconti in un certo senso la causa sottintesa che un giorno m'ha messa su un aereo.






L'evoluzione di Melendi, se solo ci pensi, può lasciarti sconcertata. É passato dall'essere un tizio rasta e incasinato che cantava di marijuana a ritmo di rumba al reincarnarsi in un omino tirato a lucido che sperimenta ad ogni album con nuove sonorità. Quelle di Desde que estamos juntos, orecchiabili in modo quasi ossessivo, ti trasportano a Cuba, per un'iniezione di allegria istantanea. E sarà pure commerciale quanto vuoi, ma l'esperienza mi insegna che non sarebbe Málaga senza la sua voce dentro alla mia soundtrack. 







sabato 28 gennaio 2017

Moda Flamenca: i Trend da We Love Flamenco 2017


Tanto per rispettare le tradizioni, anche quest'anno ho riassunto per Total Free Magazine i principali trend emersi dalle passerelle di We Love Flamenco. Nel riportarvi l'articolo - scritto all'una e mezza di notte con gli occhi a cuoricino e la NECESSITÁ di possedere ogni singolo vestito - ne approfitto per ricordarvi che potete leggermi anche lì ogni Mercoledì. Giusto nel caso vi mancassi, ecco. 

Stay trendy, stay flamencas ... e buon weekend!

MODA FLAMENCA: I TREND DA “WE LOVE FLAMENCO" 2017




Gioite, bailaoras e fashion blogger: la stagione della moda flamenca è cominciata! Il compito di inaugurarla è toccato come sempre a We Love Flamenco, la passerella sivigliana che tradizionalmente anticipa le tendenze del settore. E, tanto per non perdere le buone abitudini, anche quest’anno la rubrica più itagnola di Total Free Magazine ve le ha volute riassumere in un post. Ormai lo sapete: se state cercando gli abiti per il vostro prossimo spettacolo o più semplicemente non volete sfigurare alla Feria de Abril, la lettura è quasi obbligata. Perchè flamenca va bene, ma flamenca trendy è meglio!


1. MIX DI FANTASIE 


Indecise tra pois e fiori? Quest’anno non dovrete più scegliere. Fantasie e tessuti diversi si fondono in un unico capo nelle proposte di designer come Manuela Macías o El Ajolí, per un risultato innovativo che attualizza anche le linee più classiche. Il trend aveva già iniziato a fare capolino la scorsa stagione, ma si consolida adesso come vero e proprio must have. 


2. GIALLO 


Se il 2016 è stato l’anno del Rose Quartz, nel 2017 la moda flamenca punta tutto sul giallo. In passerella l’abbiamo visto in tutte le possibili versioni: senape o giallo canarino, a tinta unita o a pois, portato con il nero o abbinato a colori accesi. Non vi resta che trovare la tonalità che più vi dona ed iniziare a fare spazio negli armadi! 


3. FRANGE OVUNQUE! 


L’era delle frange non accenna a tramontare. La novità, però, è che quest’anno compaiono anche dove non ce le saremmo aspettate: sotto le maniche, come nel caso di Pablo Retamero y Juanjo Bernal, nel punto in cui nascono i volant, sulla cintura, o magari incrociate sul petto. Da Ángeles Verano a Jonathan Sánchez Ventura passando per Camacho Ríos, Mónica Méndez o Juan Boleco sono davvero tantissimi gli stilisti che le hanno incorporate ai loro capi nei modi più insoliti, come a dirci che l’imperativo è solo uno: indossate le frange come e dove vi pare, purchè le indossiate. 


4. VITA ALTA


Spesso anche la moda flamenca subisce l’influenza di quella “civile”: ecco allora che la vita si alza considerevolmente in modelli che non sfigurerebbero anche al di fuori dei contesti di feria e baile. I migliori esempi arrivano dalla collezione di José Hidalgo, con abiti dal leggero taglio asimmetrico e addirittura tasche in bella vista sulle gonne! 


5. PAROLA D’ORDINE: COMFORT 


La comodità è la grande protagonista del fashion in senso ampio, e il flamenco non avrebbe certo potuto fare eccezione. La caratteristica - e attillatissima - silhouette “a chitarra” inizia a cedere il passo in favore di gonne decisamente più ampie e linee più morbide che si staccano dal corpo offrendo maggior libertà di movimento e favorendo anche le bailaoras più curvy. L’abbiamo visto, tra le altre, nelle proposte di Fabiola, Rocío Olmedo, o Mercedes Dobenal. 


6. ANIMALIER 


Ve lo immaginate un abito flamenco a fantasia leopardata o zebrata? Se la risposta è no, è tempo di provarci: l’animalier entra di prepotenza nel mondo dei volant regalandoci abiti con cui passare inosservate diventa in due parole un’impresa impossibile. Tra le varie proposte segnaliamo quella di Javier Jiménez, che con la sua collezione “Mundos” (ispirata alle culture di Kenia, Messico e Giappone) ha addirittura mescolato due pattern diversi. Se avete voglia di osare, sapete dove cercare!


7. MANICHE “ZINGARE”


Nonostante il clima caldo dell’Andalusia, da qualche anno ormai le maniche degli abiti flamenchi coprono tutto il braccio e adesso tornano di gran moda nella versione “zingara”: lunghe fino al polso, senza volant, e il più voluminose possibile. Non sempre semplici da gestire, come scrive il Diario de Sevilla aumentano però “l’eleganza e il romanticismo” delle silhouette flamenche. 


Il prossimo appuntamento è quello con il più prestigioso SIMOF, in programma dal 2 al 5 Febbraio. Come sempre, aspettiamo di vedere se le tendenze verranno confermate anche dai grandi nomi. 

sabato 21 gennaio 2017

Pueblos blancos. Di neve.

Ormai mi sono rassegnata a una vita da The Day After Tomorrow. Per la serie "eventi meteorologici insoliti che si verificano solo quando Ilaria espatria" si segnala quindi questa volta che negli ultimi giorni HA NEVICATO in tutta la provincia di Málaga. Nevicato sì. E neanche poco. Roba che non succedeva da dieci, trenta, in certi casi addirittura sessant'anni. Roba che c'è gente, qui, che la neve non l'aveva mai vista in vita sua. Non hanno il riscaldamento nelle case. Il suolo liscio dei marciapiedi è inadatto persino alla pioggia; figuriamoci a 'sta cosa strana, bianca, che tutti guardano con un misto di sospetto e stupore. Si capisce, quindi, che in giro ancora non si parli d'altro. Non si posti altro. Non ci sia semplicemente spazio - o tempo, o voglia-  per emozionarsi con nient'altro. Certo, ovviamente qui in città di fiocco non ne è caduto mezzo. Anzi, per l'esattezza pare ne siano caduti tre: uno per ogni "qué graciosoooooo", con cui le mie compagne di flamenco hanno commentato la cosa. Peccato che io, in quel momento, fossi stata distratta a cucinare. Poi mi sono incollata alla finestra, per carità, ma niente. Già finito. Basta. Perchè sia mai che, dentro a un inconsueto gelo siberiano, possa almeno godermi la gioia di un pupazzetto di neve in riva al mare. O, chessò, della gente che scia sull'Alcazaba. Vi immaginate che figo?

Comunque. Le immagini delle più suggestive località andaluse con la neve, nella loro inquietante singolarità, ridefiniscono il concetto di bellezza. Dal momento che vederle così non capita tutti i giorni, mi è sembrata una buona idea fare un favore ai vostri occhi. Quella che segue è una selezione di video e foto davanti a cui, personalmente, non posso dire altro che "wow". 

RONDA 

Il fascino drammatico di Ronda, ammorbidito ed indurito insieme da un'atmosfera che ha del surreale. Non riesco a smettere di guardarlo, giuro. 


TORREMOLINOS 

Pare che a Torremolinos non nevicasse dal 1984. Ovvero, l'anno in cui sono nata. Continua a non essermi ben chiaro il messaggio che mi stanno mandando dai Piani Alti, ma tant'è. 


Cañada del Lobo, Torremolinos. Foto via: @Torremolinos_on / Twitter


ANTEQUERA

Ve li sareste mai immaginati, i dolmen in versione Siberiana?











JUZCAR 

Ironia del destino, il bianco neve in contrasto con l'azzurro del "paesino dei puffi" dà vita esattamente ai colori del Málaga F.C. Se i tifosi ci hanno messo un secondo ad accorgersene, ancora meno ci hanno messo giornalisti ed instagrammer a eleggerlo a simbolo di questa strana - e memorabile - perturbazione. 







Foto via: @serdemalaga / Twitter










martedì 17 gennaio 2017

Italo-Spagnola Awards 2016: bilanci provvisori a 10 giorni dalla fine


Curiosi di sapere come stanno andando gli Italo-Spagnola Awards? A 10 giorni esatti dal termine del web contest più acclamato d'Europa (seee, vabbè, anche meno!) mi sembrava giusto e doveroso svelarvi le top 3 provvisorie di tutte le categorie della sezione generale. Per quella relativa ai soli post del mio blog vi - e mi- lascio la sorpresa per l'esito finale.




Per una volta non mi dilungherò in eccessi di premesse. Una parolina, prima di arrivare al dunque, però fatemela dire: GRAZIE. Solo questo. Grazie per il supporto, per le condivisioni, per i messaggi privati che mi coccolano l'autostima. Grazie per le campagne pseudo-elettorali che state portando avanti - sempre con rispetto - sui vostri account. Per l'entusiasmo con cui avete accolto le nomination. Grazie per i 365 voti arrivati sino ad ora, soprattutto, che credo siano un record assoluto. Grazie perchè questa, fondamentalmente, è un'iniziativa nata per gioco ormai parecchio tempo fa. Capirete quindi che oggi sia motivo di orgoglio, per me, constatare come anno dopo anno, piano piano, sia cresciuta. Come stia diventando, in sordina ma con costanza, un appuntamento sempre più atteso da chi come me vive in bilico tra due Nazioni. 

Così alla fine la premessa l'ho fatta, accidenti. A questo punto, forse la mia é una malattia grave. Giuro che adesso la smetto, però. A voi la precaria, combattuta e ancora reversibilissima situazione attuale. 


ITALO-SPAGNOLA AWARDS 2016 - IL PUNTO DELLA SITUAZIONE 

Miglior realtà Italo-Spagnola 


Qui il vantaggio del primo classificato è netto, ma stiano tranquilli gli altri candidati: non c'è niente che un buon rush finale non possa risolvere. 

1 - Parlando Spagnolo [42,2% dei voti]
2 - Benvenuti in Andalusia [10,4% dei voti]

3 - Spagnoleggiando [9,3% dei voti]




Miglior new entry italo-spagnola sul web 

Gara decisamente più avvincente per quella che è, a mio personalissimo avviso, la categoria più interessante. Ce la farà "A passo per la Spagna" a difendere la Pole Position dalle grinfie di "Ma che dici"?

1- A Spasso per la Spagna [31 % dei voti]
2- Ma che dici? / Pero qué dices? [20,8% dei voti]
3- Occhio Pidocchio [18,1% dei voti]



Miglior realtà italo-andalusa

Un altro testa a testa mica da ridere: Benvenuti in Andalusia e Visitare Siviglia si giocano il tutto e per tutto con un distacco minimo!

1- Benvenuti in Andalusia [31,1% dei voti]
2- Visitare Siviglia [24,2% dei voti]
3- Volevo aprire un blog di Nancy Aiello [16,3% dei voti]



Miglior realtà culturale italo-spagnola

Un colpo d'occhio al grafico ed è subito chiaro: sulla cultura siete molto indecisi. 

1-  Libreria Le Nuvole [19,5% dei voti]
2 - Radio Latita [16,9% dei voti]
3 EX AEQUO - ArteNativa Málaga e Qué Mire Usted [14,3 % dei voti]



Miglior brand italo-spagnolo sui social 

100 Montaditos, guardatevi le spalle: i concorrenti sono agguerriti (ed affamati) più che mai!

1 - 100 Montaditos Italia [33,5% dei voti]
2 - Mr. Wonderful Italia [24,6 % dei voti]
3 - Desigual Italia [22 % dei voti]




Fashion & Design italo-spagnolo

L'unica categoria con un vantaggio netto assieme a quella della miglior realtà italo-spagnola. Le collezioni italo-flamenche di Elena Riviera sembra vi abbiano veramente conquistati! 

1- Elena Riviera [47,9% dei voti]
2- Il Ciclamino [30% dei voti]
3- Fruhling Design [22,5% dei voti]



Video o trasmissione tv italo-spagnola dell'anno

Tra calcio e case, questo sembra quasi uno scontro tra due mondi.

1- Italia vs Spagna a Euro 2016 [29,4% dei voti]
2- Vado a vivere en España [25,4% dei voti]
3- Cartoline dall'altra Italia [18,9% dei voti]



Canzone italo-spagnola dell'anno

Lo so che dovrei essere super-partes, ma vi ringrazio vivamente per aver lasciato per ultimi Benji e Fede. 

1- Alvaro Soler feat. Emma Marrone - Libre [28,3% dei voti]
2- Alvaro Soler feat. Max Gazzé - Sonrío [23% dei voti]
3 - Marco Mengoni feat. India Martinez - Antes de que caiga la nieve [22,5%]




Che siate tra i primi tre della vostra categoria o non ci siate, a questo punto c'é solo una cosa che potete fare: invitare i vostri fan, amici e parenti a votare a più non posso! Dite loro che è gratis, assolutamente anonimo e che c'è ancora tempo fino alle 23.59 del 27 Gennaio. Basta cliccare qui. Suerte a tod@s e, come sempre, che vinca il più itagnol! 


domenica 15 gennaio 2017

Montaggio veloce, musica in crescendo.

Atterraggio effetto ascensore. Tentativo poi riuscito di recuperare un ritardo. "Ma che cos...". Mi riscuoto dal classico coma-da-viaggio giusto il tempo sufficiente a riflettere su di un episodio accaduto in aeroporto. Appunti mentali per un post da scrivere. Forse arriverà, prima o poi. In differita. Aggiornare il blog in tempi brevi oramai sembra diventata un'utopia. Niente applausi sulla pista, grazie al cielo. Sarà che in questo brusco toccar terra non c'era proprio niente da lodare. Nelle cuffie, gli Imagine Dragons cantano che I'm coming home to you. 



Tirare giù il trolley cercando di non ammazzare nessuno. Anche perchè il bimbo con la tosse catarrosa mi sembra che ci stia già pensando da sé. Corsa a perdifiato verso l'ultimo bus della notte. Traguardi trionfali che manco alle Olimpiadi. Ce l'ho fattaaaa, ce l'ho fattaaaa. Scoppiettio del motore, strade semideserte, la disabitudine di avere caldo dentro al piumino invernale. 

Due rampe di scale. Chiave nella toppa. Senso di euforia. Home is where... no. Buio. Luci che non si accendono. Fornelli ad induzione che non inducono. Lavatrici che non lavano. Connessioni che non connettono. Boiler che non boilerano. Keep calm and torcia dell'Iphone. Mezzanotte è troppo tardi per chiamare il padrone di casa? Un momento, i contatori. Foto a mio padre via whatsapp - e poi dicono che la tecnologia non serve. "Tira giù i due in alto" - certo che sono inetta. Sospiro di sollievo. Luce fu. Fu, con la luce, valigia da svuotare, frigo da riattaccare, notti da non dormire per l'ansia di un Lunedì epocale. 

Re-start, coraggio. Con lo strudel di mia madre a colazione ce la posso in qualche modo fare. Documenti da aprire, calendari da redigere, conferenze via skype con wifi ballerino. Mail di Azienda Uno. Mail di Azienda Due. Mail di Azienda Tre. Lavoro, lavoro, lavoro. Contattare il commercialista, bozze di fatture sul divano, Madrid o non Madrid - questo è il problema. Il frigo mi congela le robe. Ansia, terrore e inevitabile fastidio. Le uova, adesso, le dovrò buttare. I biglietti del concerto in Arena. Gli organizzatori al telefono da Milano. Le risposte in digitale. Coordinarsi con mio zio. Devo andare in posta, magari domani. 

Scrivere articoli. Scrivere comunicati stampa. Postare in real time da posti in cui non sei. Poi le lavatrici. Poi stendere. Poi ti scordi l'olio, il dentifricio, lo zucchero da comprare. Oh no, ca**o, la posta! Un tasto non premuto, il frigo che riprende a funzionare. Il ritorno in un bzzz della mia felicità.

Poi drogarsi di patatine col bacon. Voglia incontenibile di pasta con la panna. La app dice che è per l'ovulazione. La lattina dei piselli che rimane sigillata. Portare giù la spazzatura. Ultime due slide di un report su keynote - ore 23.00, un tinto de verano. Domani vado in posta, giuro, vado. Cercare di organizzare la festa di compleanno. Per la nuova casa, dice il tizio, meglio se mi riscrivi ad Aprile. 

E ritorno a Flamenco. E non ricordo un'acca. Però l'accoglienza, calorosa così, mica me l'aspettavo. "Eh' que tengo un cacao". Il compleanno della maestra. "Sorpresaaaa". Semifreddo per tutti, tipo tiramisù. "Qualcuno fa il bis?". Ma dammene anche un kilo, capo. App, se hai ragione tu meglio che io non resti mai incinta: a questo punto, credo che diventerei cannibale. Coreografia nuova. "Trianaaaa". Non ci credo. Devo scrivere alle ragazze del mio vecchio corso. Nella testa, mi compare chiaramente una versione triestina del testo. "Ciò che boni i gamberoni, Mari Loli, se i xe boni!". Planta, tacón, rido da sola. In posta non ci sono ancora andata. 




C'era un tramonto bellissimo, però, e un pochino ho respirato. La Luna piena, luminosa e gigantesca, sembrava guardare meravigliata lo skyline ancora non illuminato di Málaga. Il cielo rosso attorno a lei, sopra le palme di Huelin, mi mandava in estasi di bellezza, troppa bellezza, tanta che gli occhi quasi facevano male. 





Tornare a casa, soddisfatta, coi capelli malconci per l'umidità. Stufetta micro. Controllare che il frigorifero funzioni ancora. Per poco non verso il vino nell'insalata. La posta, Diooooooo. Che mal di testa. Gruppi di Whatsapp. Azienda uno, azienda tre. Lavoro, lavoro, lavoro. 

Finchè, ad un certo punto, il weekend mi è calato addosso come un lieto fine. Ho dormito fino a mezzogiorno, tirato a lucido la casa sulle note di Robbie Williams. Costruito un cuscino comodissimo con una federa non usata e un vecchio copriletto piegato. Mi sono fatta una doccia bollente di almeno mezz'ora. Sul telefono, a parte "andare in posta", di promemoria non ce n'erano più.

Il weekend mi ha portata in centro, per la prima volta da una settimana, a bordo di un bus su cui -non si capisce come-  si concentra sempre tutto il meglio del barbuto e occhio-azzurrato universo maschile. Rivedere i volti che popolano questa mia dimensione di mondo, passare da un bar all'altro nel consueto panta rei di adesioni last minute, ballare finchè gli occhi non si chiudono ....ecco, tutto questo è stato molto più di un compleanno ritardato. Tutto questo, per me, è stato come tornare alla vita.

Una vita che qui vivo a ritmo raddoppiato. Una vita che una settimana vale più di un anno. Una vita in cui i taxisti non capiscono che alle quattro e mezza del mattino non avresti voglia di fare conversazione. Una vita che però sono gentili, e ti consigliano di andare a vedere Comares, e chissà come te ne ricordi il giorno dopo nonostante il sonno, un gin lemon e tre chupitos. Una vita che ancora ti chiedi come ti sei trovata a parlare di gnomi e di draghi con uno psichiatra che voleva fare il mannequin challenge, e perchè arrivi alla Casa de Guardia sempre quando ha appena chiuso, e poi chi era quel tizio che ogni tanto compariva dal nulla parlando in inglese? Una vita che ci ripensi e ridi. Che fai i bilanci e non ci credi. Una vita che chissà se la prossima settimana andrò veramente in posta? Una vita che mangi fragole e Nutella, passeggi per il lungomare di Playa della Misericordia e scopri che accidenti, ami da morire.

Bentornata a me, che sono di nuovo a Málaga. 
Come canta Robbie, "finally where I wanna be". 


venerdì 6 gennaio 2017

3 creativi spagnoli da seguire (sì, ancora!) su Instagram

Lo sapete, no, che ogni tanto mi piace consigliarvi qualche account spagnolo da seguire su Instagram? Ebbene, non mi sembrava il caso di perdere le buone abitudini. Soprattutto perchè questi tre, che ho "scoperto" negli ultimi mesi, sono davvero in grado di sorprendervi con una buona dose di creatività. Senza altre parole, premete follow e scorrete in basso: certe immagini sanno scaldare di allegria e bellezza persino l'Epifania più gelida. 


Foto: Instagram / @guigurui
Guido Gutiérrez Ruiz è un canadese residente a Madrid. Sul suo account Instagram, creato nel 2013, ama giocare con i riflessi nel regalarci vedute insolite e affascinanti delle città che visita. Ci tiene a far sapere che nessuna delle immagini postate è stata ritoccata con Photoshop. La sua missione è, infatti, quella di utilizzare soltanto i tool resi disponibili dal social network. In questo modo, vuole dimostrare che per realizzare un buono scatto non è sempre necessaria una macchina professionale: a volte basta guardare le  cose da una prospettiva diversa e usare un pizzico di creatività. Tra i suoi soggetti, naturalmente, la Capitale spagnola ha un ruolo di rilievo. É interessante, del resto, notare come in generale la Spagna sembra stia trovando nei riflessi un nuovo stile espressivo. Voglio dire, magari è solo una mia sensazione, ma guardate questo scatto dell'attore Álex González: proprio come @guigurui, anche a lui basta capovolgere la foto per riempirla di magia.


Foto: Instagram / @artedemirar


Dietro a questo account c'è Sandra Suárez, un'artista spagnola che vive tra Barcellona e la Cantabria. Attualmente  si dedica soprattutto alla creazione di coloratissime gif animate, ma tra i tanti progetti che ha condiviso su Instagram il più interessante resta secondo me quello che la portava a realizzare piccole "sculture" di animali, oggetti e personaggi utilizzando la frutta come materia prima. Ne ha parlato anche Bored Panda e, se spulciate le foto più vecchie, ne troverete esempi davvero eccelsi. 



Foto: Instagram / @eatingpatterns


Lanciato nel 2016, "Eating Patterns" è diventato in brevissimo tempo uno dei fenomeni di Instagram più chiacchierati ed osannati dalla stampa internazionale. Dietro c'è la designer tessile spagnola @Vegaloring , di Barcellona, che usa gli ingredienti delle nostre cucine per dare vita a pattern che sembrano fantasie di una gonna o di un divano. Se vi piace il suo account cliccando qui ne troverete altri su questo stile, anche se purtroppo non sono Made in Spain. 







martedì 3 gennaio 2017

Gli eventi da non perdere in Spagna nel 2017 (secondo me)

Questo post nasce come personale promemoria degli eventi che non vorrei (anche se in certi casi, verosimilmente, mi toccherà) perdermi in Spagna nel 2017. Non sono tutti, e di certo non ho la pretesa che siano i più rilevanti in assoluto: lo sono, però, a vario titolo per me. Se ho deciso di pubblicarne l'elenco è perchè ho pensato che lì fuori, da qualche parte, dovrà pur esserci qualcuno che condivide i miei stessi interessi. E chissà che in questi primi giorni di propositi, progetti e frenetiche imbastiture organizzative annuali alcuni di essi non siano abbastanza forti da servire addirittura da pretesto a un viaggio in terra iberica. 

Tenete l'agenda sottomano, e preparatevi a prendere appunti! Mi darete ragione sul fatto che il 2017, in ogni caso, pinta bien. 


WeLoveFlamenco  (Siviglia, 12 - 16 Gennaio)







Giunta ormai alla sua quinta edizione, We Love Flamenco è la prima passerella di moda flamenca dell'anno. Gli addetti ai lavori vi guardano con interesse di anno in anno crescente in quanto tradizionalmente anticipa le tendenze di settore che verranno rivelate al ben più prestigioso SIMOF. I biglietti sono già in vendita a un prezzo di 10 euro a sfilata. 


SIMOF (Siviglia, 2-5 Febbraio)



Mettete assieme le Fashion Week di New York, Londra, Parigi e Milano e avrete un quadro approssimativo di cosa il SIMOF rappresenti per la moda flamenca. Punto di riferimento imprescindibile per ballerini, stilisti e blogger di tutto il mondo, qui ogni anno si danno appuntamento le firme più importanti del settore per dettare legge in merito a cosa vada o non vada indossato sui palchi dei teatri, nei tablao e - soprattutto - alla Feria de Abril. Su questo blog ne ho parlato spesso: per questo sarebbe (o sarà?) bellissimo, per una volta, potervene fare una cronaca live. Visitare gli stand degli espositori al FIBES costa 5 euro; assistere alle sfilate 10. 



Mobile World Congress (Barcellona, 27 Febbraio - 2 Marzo) 




L'altr'anno c'era Zuckerberg. Quello ancora prima, se non sbaglio, Tim Cook. Insomma: al Mobile World Congress di Barcellona la creme della creme della tecnologia c'è sempre, e basta dare un'occhiata all'elenco degli speakers per capire che quest'anno non farà eccezione. Tra i nomi di maggior richiamo spiccano quelli del CEO e Co-Founder di Netflix, dell'head of global strategies di AirBnB, di svariate alte cariche a Google o della head of creative agencies di (cuoricini) Twitter UK. Andarci sarebbe decisamente molto, molto figo, se non fosse che i prezzi dei pass vanno dai 799 ai 4999 euro. Hashtag pazzi. 
Però ci si può sempre appostare fuori dalla porta per cercare di stalkerare qualcuno. 

David Otero in concerto (Málaga, TBD)




Il 2017 ci porterà (gioiamo!) un nuovo album di David Otero, precedentemente noto come El Pescao e prima ancora come "chitarrista de El Canto del Loco". Le tappe del tour che seguirà sono state scelte dai fan tramite la piattaforma "Shows On Demand" e tra queste - in minima parte anche per merito mio - c'è Málaga. Data e location non sono ancora state rese note ma verranno aggiunte presto a quelle già ufficializzate qui. Manco a dirlo, premerò refresh in climax di impazienza pur di essere certa di non farmelo scappare. 


Festival de Málaga - Cine Español (Málaga, 17-26 Marzo) 


Ho sempre detto, e lo ripeterò fino alla morte, che il miglior periodo per visitare Málaga è durante il festival del cinema. Il clima è stupendo ma non ancora infernale, i prezzi di voli e hotel non vengono gonfiati come durante la Semana Santa o la Feria e la città viene coinvolta da decine di eventi che la rendono - se possibile - ancora più bella di quanto normalmente sia. Se non vi interessa assistere alle proiezioni dei film in concorso o appostarvi fuori dagli hotel a quattro stelle sperando in un selfie con qualche VIP, sarete comunque felici di godervi l'atmosfera festiva di calle Larios o una qualsiasi delle tante manifestazioni collaterali che, dalla gastronomia ai concerti passando per le mostre d'arte, vi aspettano per impedirvi ogni sorta di noia. Il programma completo sarà  prossimamente disponibile qui. 



Feria de Abril (Siviglia, 30 Aprile - 7 Maggio) 



Ma serve davvero una descrizione? La Feria de Abril è l'appuntamento per eccellenza per chiunque ami il flamenco. Balli, colori, festa e abiti meravigliosi vi aspettano in quella che, in estrema sintesi, si potrebbe definire come una cartolina dell'Andalusia trasformata in realtà. Ammetto con lo sguardo basso di non esserci mai stata. Chissà che non sia questa la volta buona. 

Dani Martín in concerto (Málaga, 28 Maggio)




Ammettiamolo: con una media che oscilla tra i 50 e i 60 euro in platea, i prezzi del nuovo tour spagnolo di Dani Martín stanno rasentando la follia. Con tutto quello che ha significato nella mia vita, però, capirete che non potevo perdermelo. Non in quella che adesso è la mia città. Non in una cornice da pelle d'oca come il Teatro Cervantes. Sono più di due anni, ormai, che non lo vedo dal vivo. Ho il posto in terza fila. Devo comprarmi un mascara waterproof. (Il concerto è sold out, ma se siete interessati tenete d'occhio l'evento ufficiale su Facebook: magari qualcuno che rivende il suo biglietto, da qui a Maggio, salta fuori). 


The Killers in Concerto (BBK Live Festival Bilbao, 6-8 Luglio)





La band di Brandon Flowers darà un unico concerto in Spagna, quest'anno, e sarà nella cornice del festival BBK a Bilbao. Non mancherei, se non fosse che il 3 Luglio i loro concittadini Imagine Dragons suonano all'Arena di Verona: i soldi, ahimè, non crescono sugli alberi e le priorità sono priorità. Anche perchè dai, a voi non vengono già i brividi solo all'idea di sentire Radioactive nella cornice dell'Arena?! Se non volete privarvi di niente, in ogni caso, potete comprare i biglietti a questo link. E, se ancora non vi bastasse, sappiate che poco dopo, al FIB (dal 13 al 16 Luglio a Benicassim), suonano nientemeno che i Red Hot Chili Peppers! 



Talking About Twitter (Granada, TBD)






Abbreviato in TAT, il Talking About Twitter si presenta come il più grande evento interamente dedicato a Twitter nel mondo, e non a caso si celebra ormai da quattro anni a due passi dalla cittadina di Jun, in cui tutto funziona attraverso il social network dei 140 caratteri. Per di lì sono passati l'ex CEO dell'azienda Dick Costolo, il ricercatore del MIT e Chief Media Scientist di Twitter Deb Roy, il programmatore Diego Buendía, responsabile del progetto che ha trasformato il Don Chisciotte in 17.000 tweets, ma anche sportivi di alto livello, twitstar spagnole o personaggi dello spettacolo come il dj Carlos Jean. Non sono ancora state rese note le date della nuova edizione, che in genere ha luogo a Giugno. In ogni caso, mi sa che io mi accampo lì.


Feria de Málaga (Málaga, 12-19 Agosto)




La grande festa della città. E sarà pure, a volte, un'ode agli eccessi; potrà pur trasformarsi in un macro- botellón a cielo aperto ma l'atmosfera che si respira a Málaga durante la feria non si può descrivere: va decisamente vissuta, almeno una volta nella vita, facendo la spola tra il centro di giorno e le casetas del Real la sera. Se per caso passate, vi aspetto per un Cartojal. 




domenica 1 gennaio 2017

Il primo post dell'anno.

Buon anno a tutti, anche alla mia partita IVA. Mi attende in Spagna - simbolo suo malgrado - con tutto l'onere del mettere radici. Mi torna in mente ogni tanto, nelle lievi fitte d'ansia che mi prendono di notte nel bel mezzo di un countdown. Tanto voler tornare, un poco no. Stato letargico di abusi calorici. Le feste. Il piumone. Il coma della sveglia che non suona più. Premere pausa nel gran disco della vita, è questo il mio adesso. E allora io ci penso, all'incertezza sullo stato della mia mini-pianta comprata all'IKEA ("si chiama Gina"); A quando le parlavo, all'amica a cui l'ho affidata, ai fiori rossi che chissà se rifarà. Sul petto ho tutto il peso dei sassi lasciati da decorare all'ingresso. L'astio del fuori controllo riassunto nei panni ancora chiusi nella lavatrice KO. La nostalgia delle foto affollate. Il loop infinito dei messaggi su whatsapp, l'eternità dei "no te preocupes" andalusi che spazientiscono di pigrizia e posposto quello che resta del mio essere italiana del Nord.

Buon anno. Ché è iniziato senza troppa voglia d'eccessi, sulle note di un classico rock come Smoke On The Water. Discorsi d'arte, fuochi artificiali riflessi sulle finestre, il timer dell'iphone impostato male e il sorriso di bambina che ti scappa dentro alle bollicine del rosé. Buon anno inconsapevolmente accompagnato da sincronie augurali di "tanti soldi", che da brava italo-spagnola ho cercato di propiziarmi con un piatto di lenticchie seguito da dodici chicchi d'uva. Perchè saranno pure materiali, quegli auguri, ma sono ahimé l'unica via d'accesso ai viaggi e ai concerti con cui voglio cercare di dare ancora più senso alla mia nuova vita vista mare. 



E non sarà facile, lo so. Perchè sarà l'anno in cui cercare casa nelle complicazioni dell'estate. In cui gettare le basi per un futuro vero, senza scadenze trimestrali per Natale. La nostalgia sarà più dura. Le rinunce più importanti. Ma il mio istinto, l'uno Gennaio, a quanto pare sbaglia poco; E, nella premonizione dei dispari controcorrente, il diciassette mi ha sempre portato bene.

D'altro canto, se qualcosa mi ha insegnato lo schifo universale a cui abbiamo appena detto addio, è che persino nelle circostanze più tragiche c'è spazio per il riscatto finale. Perchè è quando piangi tutte le lacrime del mondo che trovi il coraggio di prendere la decisione che rimandi da una vita. 
É quando un pretesto impone una deadline a un obiettivo che lo porti a termine. É quando la follia del Pianeta ti mette di fronte alla fragilità della vita che tu - per dispetto e per amore, tutto in maiuscolo - VIVI. 

E allora sono qui, ancora una volta, a rileggere i propositi fatti all'inizio del duemilasedici. Per qualche strano gioco del Destino, la radio passa Buon Viaggio di Cesare Cremonini proprio mentre i miei occhi si posano su quella citazione. Ne sa, sí. Dio, eccome. 

Ne ho rispettati cinque su nove. La maggioranza. Una buona media. Gli altri me li porterò dietro come uno strascico, sperando di sporcarli di sabbia e non di fango sul bagnasciuga pieno di conchiglie sotto la mia casa andalusa. E a questo duemiladiciassette, per il resto, chiederò soltanto le solite cose. Le più importanti, da sempre. Le promesse che ogni anno, grazie al cielo, continuo a rispettare:

Vedere almeno un posto in cui non sono mai stata (grazie Amsterdam, grazie Roma); conoscere almeno una persona che attualmente non conosco (grazie Alice, grazie Laura, grazie Veronica; e grazie Davide, e Simone, e Pablo, e Pedro, e Francesco, e Javi, e Luisa, e Isa, e Carmen, e Andrea, e un appello lunghissimo che è meraviglia di infiniti eccetera). Ma, soprattutto, essere felice. 





Postilla: ieri sera, poco dopo mezzanotte, ho aperto Twitter per rispondere a una notifica di auguri. Era ancora il mio compleanno, in Colombia e negli States. Oltre alle emoji coi coriandoli, però, mi è apparsa davanti agli occhi la notizia della Turchia. Mi è tornata in mente quella ragazza di Istanbul conosciuta ad una serata di scambio linguistico in una tetería del centro. Quella che aveva una paura matta - e però doveva, di lì a poco - tornare a casa. Una mia coetanea, innamorata della Spagna e della libertà. Un'insegnante. Una sognatrice. Ho pensato a tutti i suoi progetti, al fatto che si stava per sposare. E l'organizzazione del viaggio di nozze a Cuba, e l'amico di una vita in cui aveva dopo anni scoperto l'amore. E le sere in cui usciva con la sua compagnia di amici, in qualche bar. Era iniziato un nuovo anno, ci si aspettava che io fossi felice, e tutto quello a cui riuscivo a pensare era che avrei voluto avere il suo numero, un cognome per cercarla su Facebook, un cavolo di contatto che mi permettesse di sapere come stava.

Il punto è che ovunque nel mondo c'è qualcuno come lei. Come te. Qualcuno con cui, se solo ti capitasse di parlarci un giorno al tavolo di una tetería, scopriresti di avere un sacco in comune. E allora nessun posto è più abbastanza lontano. Nessuna notizia è più abbastanza indifferente. Nè potrà esserlo mai. 

Ho chiuso Twitter. Ho fatto finta di non aver letto niente per non rovinare la serata agli altri. Ma l'amarezza - maledetti, maledetti, maledetti - rimane come il sottofondo di una canzone brutta e fastidiosa.