domenica 20 marzo 2016

10 candeline, un uccellino blu e la Spagna.


Due cose mi hanno sempre affascinata più di altre, nella nascita di Twitter. La prima è che uno dei suoi fondatori fosse noto, all'epoca, per esprimersi a monosillabi. La seconda che il primo cinguettio dell'uccellino azzurro sia stato inviato il primo giorno di primavera.

Sì, vabbè. Ora non mi fate i puntigliosi sul fatto che quest'anno è bisestile e il solstizio arriva prima: il punto è che 
domani il social network compie dieci anni di vita. Dieci. Mica cotica. E, dal momento che ne sono utente (più che) assidua, mi è sembrato opportuno festeggiare con due post. Meglio dirvelo subito, così ve ne fate una ragione.
Siccome ogni compleanno implica la sua bella percentuale di ricordi, in questo ho voluto ripercorrere le tappe della mia personale storia su Twitter. Una storia in cui la Spagna ha, manco a dirlo, avuto un ruolo essenziale.

Forma: lista numerata, ché fa sempre molto cool. 

Serietà: non necessariamente, o non ovunque, pervenuta.


1. Marzo 2008. Appartamento bolognese. Interno giorno. Un'amica mi dice che il suo ragazzo è andato in fissa con "un programma americano in cui la gente scrive in tempo reale cosa sta facendo". Siccome sono lungimirante, mi chiedo perchè mai uno dovrebbe voler sapere cosa stanno facendo dei perfetti sconosciuti; e archivio il tutto come "immane stronzata".

2. Dicembre 2008. 
Il nuovo sito de El Canto del Loco include in home page gli aggiornamenti quotidiani sull'attività della band a mezzo di un altrettanto nuovo e misterioso account Twitter. Vivo a Málaga da più di due mesi, ho un blog, e lo stratagemma mi sembra perfetto per far sapere ad amici e parenti che non sono caduta in coma etilico anche quando la frenesia della vita Erasmus mi priva del tempo per produrre veri e propri post.

3. Da Parma, i miei compagni di corso iniziano a chiedermi sempre più spesso cosa diavolo sia "quel coso col nome strano, tui qualcosa" che ho inserito sulla colonna destra del template e attraverso il quale vengono a conoscenza di notizie di straordinaria rilevanza quali il fatto che ho appena ultimato una passeggiata in centro con le amiche. La mia risposta inizia quasi sempre con: "boh".

4. Il tempo che trascorro sul sito di Twitter si riduce a pochi secondi al giorno: entro, scrivo quello che voglio appaia sul blog (tipo cos'ho mangiato a pranzo, chè è importante!), esco. É comunque sufficiente a farmi stringere amicizia con la famigerata Fail Whale: la balena azzurra sollevata da uno stormo di uccellini che appare ogni volta che il server è in down. E cioè, in questo periodo, a occhio e croce ogni trenta minuti.



5. Ad inizio 2009 (e dopo estenuanti ricerche volte a verificare che DAVVERO non mi avrebbero spillato soldi), devo essere una delle poche in Europa ad attivare Twitter via SMS. Voglio essere informata su quello che pubblica l'account de El Canto del Loco anche se sono fuori casa. Mi stufo dopo tre giorni.

6. Per sbaglio, clicco il tasto con la @. Dopo un iniziale "che è sta roba?", scopro che un sacco di gente, in questi mesi, ha risposto ai miei tweet. Mi si apre un mondo. Cioè, ma quindi su 'sto coso si interagisce pure! 

7. Nel 2010, anche Dani Martín scopre Twitter, che prima definiva con estrema precisione "los malditos tuitis esos"Essere fan è spesso sinonimo di essere stalker, il che mi obbliga ad usare la piattaforma con maggiore assiduità. La Odio. Un po' perchè ora devo racchiudere le mie argutissime riflessioni in 140 caratteri, ma soprattutto perchè lui non mi caga.

8. Gli hashtag con i giochi di parole e le battute sagaci mi insegnano ad amare l'aspetto più creativo del social. E' l'epoca dei "trenini di menzioni" con le altre fan e dei link ai twitlonger, su cui peraltro quasi nessuno clicca mai. La storia dei tweet da 10.000 caratteri che ha fatto scalpore un po' di tempo fa io me l'ero immaginata un po' così.

9. Tra i miei primi follower esterni al mondo de El Canto del Loco c'è una band chiamata "eelst". Soltanto tre anni dopo mi renderò conto che si tratta di Elio E Le Storie Tese. Mi seguono ancor oggi. Giuro che ancor oggi non ho idea del perchè. 


10. La Bici Rossa e Sulla mia Nuvola sono tra le prime persone che seguo senza conoscere, solo in virtù del fatto che mi piace quello che scrivono. Inizio a migliorare la mia capacità di sintesi, anche se con questo post non si direbbe mica. 


11. Nel 2011, a seguito di una domanda sulla scelta di Vorrei come brano nella playlist di apertura dei concerti, Dani Martín mi risponde per la prima volta. Sarà la prima di molte, e di lì a poco mi seguirà pure. Amo Twitter tantissimo.

12. Metto Dani Martín e Cesare Cremonini in contatto tramite il social, facendomi fautrice di un'accesa propaganda per farli duettare assieme. Offline, mi dedico al reciproco spaccio di informazioni e cd. Online, impersonifico Google Translate nei loro scambi di tweet. Arrivo al punto di farmi dare in privato da Cesare la mail a cui i discografici di Dani avrebbero dovuto scrivere, e mi godo i miei 15 minuti di gloria sotto forma di drastico aumento dei follower.

13. Cesare Cremonini mi segue e smette di seguirmi nel giro di poco più di quarantotto ore, evidentemente spaventato dal mio commentare letteralmente ogni singola cosa che Dani scrive. Approfitto quindi per dire: Cesare, torna. Sono cambiata. Davvero.

14. Partecipo da pubblico ai Tweet Awards. Li consegnano in uno spazio tutto sommato piccolo a Riva del Garda nell'ambito di quella che ancora si chiama Blogfest. Non conosco quasi nessuno dei premiati, ma trovo rassicurante constatare che siano persone in carne ed ossa. É il periodo dei #sapevatelo, dei #FF e delle #Twitcam.



15. Estate del 2012. Leggere tweet e cercare di organizzare un viaggio in Grecia mi provoca un corto circuito mentale. Tiro fuori il Classico di Omero, lo rileggo, e nel giro di tre mesi scrivo #Odissea. 


16. Il libro riceve ben due proposte di pubblicazione, procurandomi in pochissimo tempo la realizzazione di un sogno, l'inaspettata sorpresa di saper (beh, più o meno) parlare in pubblico e il mio attuale lavoro. 

17. Nel 2014, grazie ad un fumetto in cui narro il sogno di sfornare best seller e diventare milionaria lavorando a Twitter (l'umiltà cos'è? Si mangia?), vinco la possibilità di ascoltare in anteprima il disco de El Pescao a Madrid. 




18. Il social network - di cui sono ormai del tutto dipendente- mi si è nel frattempo rivelato in più di un'occasione in tutte le sue enormi potenzialità giornalistiche. Le "dimissioni" del Papa, gli attentati di Parigi e San Bernardino sono soltanto alcune tra le notizie che apprendo da Twitter prima che inizino a farsene eco i media. E ovviamente me ne bullo con chiunque capiti a tiro.

19. Tra il 2014 e il 2015 il principale uso che faccio di Twitter è ancora volto al consolidamento delle mie passioni musicali. Sono diventata molto meno stalker, mi sono allontanata dal mondo del fanatismo per Dani Martín, ma i profili del @IlCile e degli @ImagineDragons (con l'account collettivo e quelli personali) si sono ormai aggiunti alle mie consultazioni obbligate.

20. Nel 2015 leggo "Inventare Twitter" di Nick Bilton. É la fine. Mi ci entusiasmo al punto da iniziare a seguire i fondatori del social per continuare, in qualche modo, a seguirne la storia.

21. Le iniziative dell'account @TwLetteratura e il progetto sulle Idi di Marzo di Antigua Roma Al Día mi fanno venire voglia di ri-scrivere un altro classico a mezzo Twitter, ponendomi però un interessante dilemma. Sarebbe davvero ancora possibile, oggi, trasporre il linguaggio di Twitter su carta? Ricrearlo in modo fedele senza le GIF, le emoji, i broadcast di Periscope? 

Ai posteri l'ardua sententia. Nel frattempo io twitto pulcini e ti auguro altri 100 di questi giorni, uccellino blu.
#cip.




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